Un’esperienza felice nata nel 2015 dove le parole d’ordine sono incontro e condivisione. I Comuni hanno tempo fino al 12 febbraio per presentare i progetti.
di Gabriella Congedo
Dimenticate i vecchi orti sociali. Quegli appezzamenti di periferia messi a disposizione dai Comuni dove i pensionati ingannavano il tempo coltivando un orticello.
Un concetto completamente ribaltato dall’iniziativa “Centomila orti in Toscana”, nata nel 2015. Qui la parola d’ordine è “condivisione”. Il nuovo modello identificato dalla Regione, che ha guardato anche a esperienze oltreconfine, non considera più l’orto urbano solo come un pezzo di terra da coltivare ma come un’area di aggregazione, di scambio sociale e intergenerazionale, di didattica ambientale e di crescita culturale. Gli orti diventano così punti di incontro fra persone differenti che mettono in comune le proprie conoscenze ed esperienze.
Il progetto dei “Centomila Orti” ha funzionato da subito. Inizialmente sono stati selezionati 6 Comuni pilota (Firenze, Bagno a Ripoli, Siena, Lucca, Grosseto e Livorno). Poi, nel primo bando pubblicato nel 2016, 56 Comuni hanno presentato domanda di finanziamento; 32 sono stati finanziati nel 2017, 24 nel 2018. Il meccanismo è semplice: la Regione copre fino al 70% delle spese, la gestione è affidata ad associazioni di volontariato.
Ottantadue i complessi di orti realizzati o adeguati fino ad oggi, di cui 35 sono giardini condivisi dove la coltivazione avviene lavorando tutti insieme, 1.400 gli orti creati ex novo oltre a un numero imprecisato di orti risistemati.
Alcune esperienze possono essere considerate un vero e proprio modello di sviluppo di Comunità urbane da copiare nel futuro anche altrove. Come quella che sta prendendo forma a Barberino Tavarnelle, improntata sulla ‘biodiversità’ agricola e sociale. Pochi giorni fa il Comune chiantigiano ha affidato la gestione dei 10 appezzamenti all’associazione Ci Incontriamo, che da anni lavora per l’integrazione fra persone diversamente abili e normodotate. Il progetto prevede l’apprendimento delle tecniche di agricoltura biologica e il recupero delle specie autoctone, all’interno di un percorso di interazione sociale e di gestione condivisa. Oltre ai 10 orti di 40 mq ciascuno ci saranno uno spazio comune per il compostaggio degli scarti organici e capanni di legno per il ricovero degli attrezzi.
Adesso la Regione Toscana ha lanciato un nuovo bando per nuovi complessi di orti urbani o per migliorare la gestione di strutture preesistenti. A questo intervento sono stati destinati 300 mila euro che si vanno ad aggiungere agli oltre 3,3 milioni di euro già impegnati sulla misura.
I Comuni interessati a partecipare hanno tempo fino al 12 febbraio 2021 per presentare i propri progetti alla Regione. Un’occasione da non perdere.
Aggiungi un commento