Rifiuti e riciclo

Rifiuti Toscana, i piani dell’assessore Monni non convincono Ercolini

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“I progetti di riciclo e riuso pervenuti alla Regione rappresentano un modello di gestione vecchio e alternativo all’economia circolare”.

 

Redazione

La Regione Toscana ancora oggi ricorre per il 34 per cento al sistema delle discariche nello smaltimento dei rifiuti urbani. La Giunta regionale si è posta l’obiettivo di abbassare questa percentuale al 10 per cento attraverso la costruzione di impianti di riciclo e riuso. L’assessore all’Ambiente Monia Monni ha da poco riferito in Consiglio regionale sugli esiti dell’avviso pubblico esplorativo per la manifestazione di interesse a realizzare gli impianti.
Rifiuti zero, impianti mille” ha detto ieri, aggiungendo che “le proposte pervenute sono state in tutto 39 e rappresentano l’avvio di un percorso di approfondimento e partecipazione, di confronto con gli enti locali, le parti sociali, le categorie economiche, gli ordini professionali, le associazioni ambientaliste e la cittadinanza“.

E’ arrivata pronta la risposta di Rossano Ercolini, presidente del Centro di Ricerca Rifiuti Zero di Capannori (Lucca), delle associazioni Zero Waste Europe e Zero Waste Italy: “Il poco felice slogan di Legambiente “Rifiuti Zero, impianti mille”, riutilizzato dalla Monni, sarebbe da ribattezzare: “Rifiuti a gogo, trattamenti termici mille“. Secondo il Nobel alternativo per l’Ambiente 2013 “le proposte pervenute alla Regione Toscana segnalano per l’ennesima volta la scelta di un modello di gestione dei rifiuti vecchio e alternativo all’economia circolare”.

Ercolini fa un lungo elenco di impianti di riciclo e riuso in fase di progettazione in Toscana sui quali esprime le sue perplessità: “Eni ci riprova a Stagno (Livorno) con il già sconfitto progetto del gassificatore / catalizzatore di combustibile solido secondario; Alia di Firenze vorrebbe un mega gassificatore a Rosignano mentre Retiambiente un “ossicombustore” a Livorno per i rifiuti da raccolte differenziate (trattasi di trattamento termico ad alta temperatura); a Massa, Peccioli e Pontedera si propongono amenità simili e in parte a Pisa; poi la notizia del grande gassificatore di Empoli con il quale Alia si rivela ancora una volta  battistrada di tecnologie sporche; anche in Val di Sieve gli amanti dei trattamenti termici (a tutti gli effetti inceneritori, al di là di cavilli tecnici) prevedono un paio di impianti di pirolisi, praticamente inceneritori sotto mentite spoglie.

Secondo l’esperto di rifiuti, oltre la metà degli impianti proposti alla Regione non c’entrerebbe niente con l’Economia Circolare ma avrebbe a che fare con la vetusta categoria dello smaltimento: “Il problema strategico vero è che il gap toscano non è di tipo impiantistico ma è riferito alla scarsa diffusione delle buone pratiche Rifiuti Zero nelle aree del centro e soprattutto del sud della Toscana”.

Ercolini conclude esprimendo tutta la sua insoddisfazione: “La Monni aveva promesso un confronto serrato ma costruttivo con Zero Waste Italy ma ancora una volta si tende l’orecchio ai “soliti noti” (Eni, Alia, Belvedere Spa e altri gestori) e si tira un calcio in faccia ai portatori concreti di nuovi modelli industriali che statisticamente dimostrano di saper trasformare i rifiuti in materiali preziosi per i distretti toscani”.

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