Interdizioni, sequestri e 33 avvisi di garanzia per dirigenti e responsabili della società. L’indagine della Procura di Firenze andava avanti da anni.
Redazione
FIRENZE – Non bastava l’inchiesta “Keu” sullo smaltimento illecito dei veleni delle concerie di Santa Croce. Nel tormentato settore dei rifiuti un nuovo terremoto giudiziario si è abbattuto oggi sulla Toscana. Al centro c’è Alia Spa, la grande società di gestione dei servizi ambientali della Toscana centrale nata nel 2017 dalla fusione di Quadrifoglio, Publiambiente, ASM e CIS.
Una nota della Procura di Firenze informa che questa mattina Carabinieri e Polizia Provinciale hanno eseguito: 9 misure cautelari personali con l’interdizione dai pubblici uffici (da un massimo di 12 mesi a un minimo di 3) di dirigenti e funzionari di ALIA S.p.a. e di società collegate; il sequestro preventivo di alcune aree dell’impianto di San Donnino, gestito sempre da ALIA.
Sono state notificate anche informazioni di garanzia nei confronti di 33 indagati fra dirigenti e responsabili della società per i reati continuati, in concorso, di traffico illecito di rifiuti, frode nell’esercizio del commercio e getto pericoloso di cose.
Si tratta, informano gli inquirenti, del proseguimento di un’operazione condotta dagli stessi reparti nel dicembre 2017 con il sequestro di un impianto di trattamento rifiuti e 570 tonnellate di rifiuti speciali non pericolosi.
In particolare, dalle indagini è risultato che la società a maggioranza di capitale pubblico avrebbe:
• gestito illegalmente ingenti quantitativi di rifiuti speciali non pericolosi disperdendoli nell’ambiente con modalità non conformi a quelle previste dall’autorizzazione;
• smaltito illecitamente varie tipologie di rifiuti speciali non pericolosi presso la discarica di Case Passerini;
•scaricato sistematicamente sul suolo grandi quantità di percolato, prodotto presso l’ex discarica di Bosco ai Ronchi, all’interno di alcuni laghetti non impermeabilizzati;
• infine, conferito presso vari impianti grandi quantitativi di rifiuti speciali non pericolosi prodotti nell’impianto di Faltona (Borgo San Lorenzo), utilizzando codici di classificazione non corretti allo scopo di risparmiare sui costi di gestione che altrimenti dovevano essere affrontati.
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