Diminuiscono le emissioni degli autoveicoli ma aumenta drammaticamente (causa Covid-19) il consumo di plastiche mono-uso.
di Sandro Angiolini
Il sito dell’EEA – Agenzia Europea per l’Ambiente (www.eea.europa.eu) merita di essere visitato almeno una volta al mese. Presenta l’handicap di essere in Inglese, ma contiene aggiornamenti essenziali su dati e tendenze della galassia ambientale, verificati da un soggetto competente e neutrale.
Le ultime notizie che attualmente campeggiano sullo schermo sono due, entrambe assai stimolanti:
– se si analizza il quadro degli autoveicoli per trasposto persone registrati in UE nel 2020 si scopre che le loro emissioni potenziali nell’atmosfera diminuiscono di circa il 12% rispetto alla media del parco macchine che era stato registrato nel 2019. Per i van la differenza è minore, ma nel complesso il dato sembra incoraggiante e attesta che l’innovazione tecnologica nel settore auto procede assai velocemente. Certo, occorre sempre tenere bene a mente l’”effetto rebound”, che molti dimenticano: in pratica significa che i risparmi potenziali sul fronte delle emissioni (o del consumo di energia da parte di un apparecchio) possono essere diminuiti nella realtà a causa del maggior uso della nuova tecnologia che gli utenti ne faranno. Con conseguenti, minori benefici ambientali. Tuttavia cerco di vedere il bicchiere mezzo pieno e il dato segnalato dall’agenzia europea indica secondo me che la fine dei motori a benzina/gasolio è sempre più vicina;
– l’altra notizia che vi segnalo è meno positiva e si ricollega a quanto scritto su questo sito giusto una settimana fa. I dati dimostrano che la pandemia non ha colpito solo le persone e l’economia ma ha generato anche una quantità enorme di rifiuti basati sul consumo di prodotti plastici mono-uso come guanti e mascherine. Al di là della mancanza di senso civico di troppe persone (non si capisce cosa ci sia di difficile nel raccogliere una mascherina caduta per terra e metterla nel contenitore adatto), è mancato secondo me soprattutto il messaggio che la maggior parte delle mascherine si poteva lavare e riutilizzare, almeno alcune volte, senza diminuirne l’efficacia filtrante. Anche qui occorre vedere bene il tipo di mascherina e fornire indicazioni adeguate sulle modalità di lavaggio, ma il senso è chiaro.
L’altra fonte di plastiche mono-uso drammaticamente salita durante la pandemia sono i contenitori di pietanze per il cibo da asporto. E qui torniamo ai contenuti del mio precedente blog, dove lamentavo la scarsa attenzione prestata a materiali alternativi e riciclabili per il settore del Food. Anche qui ci dovremmo impegnare di più, soprattutto le associazioni delle categorie interessate…
OLTRE LA SIEPE è una rubrica settimanale che parte da eventi/notizie relative all’ambiente e all’economia su scala nazionale o internazionale per riflettere su come queste possono impattare sulla scala locale e regionale toscana.
Sandro Angiolini – Figlio di mezzadri, è agronomo ed economista e ha conseguito un Master in Politiche Ambientali presso l’Università di Londra (Wye-Imperial College). Ha scritto numerosi articoli sui temi dello sviluppo rurale e sostenibile e tre libri sull’agriturismo in Toscana. Per 29 anni funzionario presso amministrazioni pubbliche, svolge attualmente attività di consulente economico-ambientale e per lo sviluppo rurale integrato, in Italia e all’estero, oltre a varie iniziative formative e di comunicazione. È fortemente impegnato nel settore del volontariato ambientale e culturale.
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