450 le imprese attive in Toscana, quasi 200 solo a Firenze. Nel convegno di Mapei focus sui materiali ecocompatibili: la calce, l’argilla, la pietra, il legno.
di Lorenzo Somigli
6 ottobre 2023
FIRENZE – “Un settore cruciale per lo sviluppo sostenibile e per la tutela del patrimonio di una città universale. Siamo grati a Mapei per aver scelto Firenze e per aver scelto Confartigianato come partner per un evento sul restauro di livello nazionale: abbiamo toccato con mano il lavoro degli artigiani e la loro capacità di evolvere e innovarsi. È la dimostrazione che Firenze è una città attiva, viva, attrattiva: è merito della forza, del genio e della qualità delle nostre imprese artigiane”. Questo il commento di Alessandro Vittorio Sorani, presidente di Confartigianato Imprese Firenze, a margine della due giorni sul restauro promossa da Mapei in Regione Toscana che ha visto la partecipazione, tra gli altri, del presidente della Regione Eugenio Giani, di Veronica Squinzi, amministratore delegato di Mapei, di Vittorio Gasparini, presidente Club Unesco di Firenze.
Nel restauro sono attive in Toscana 450 imprese, di cui quasi 200 solo a Firenze; quasi la metà a guida femminile. “Il restauro è quell’attività economica che ci permette di conservare e trasmettere il nostro sconfinato patrimonio culturale”, aggiunge Tommaso Grassi Nesi, presidente di Confartigianato Restauro Toscana. “Come restauratori ci siamo confrontati con le sfide del nostro contemporaneo ovvero la sostenibilità ambientale che vuol dire lavorare bene e meglio, ridurre l’impatto sull’ambiente – il restauro dà nuova vita all’esistente – ma anche migliorare le prestazioni energetiche degli edifici con materiali e tecniche innovative e attraverso interventi mirati e compatibili con le caratteristiche architettoniche e storiche degli stessi. Penso all’isolamento termico, all’illuminazione naturale e artificiale, la ventilazione naturale e meccanica, l’utilizzo di fonti rinnovabili di energia, la gestione dell’acqua piovana e delle acque reflue, la riduzione delle emissioni di gas serra”. “I materiali – spiega Nesi – devono essere compatibili sia con i beni da restaurare sia con l’ambiente circostante: si possono privilegiare i materiali naturali o ecocompatibili, come la calce, l’argilla, la pietra, il legno. Si possono anche valorizzare i materiali locali o di recupero, che riducono i costi di trasporto e favoriscono le economie circolari territoriali. Infine, si possono sperimentare nuovi materiali innovativi o biotecnologici, come i biopolimeri”.
“In Italia siamo custodi di un patrimonio culturale, storico, artistico unico al mondo”, ha evidenziato il presidente Eugenio Giani. “Ho utilizzato il plurale perché ritengo doveroso, da parte di tutti, contribuire con piccoli gesti alla sua conservazione e tutela. L’importanza del recupero e della valorizzazione delle bellezze toscane è sempre stata al centro dell’azione regionale e sono lieto che per un evento come questo, un’occasione importante di confronto e condivisione sulle misure per il restauro, la valorizzazione e la promozione dei beni culturali, sia stata scelta Firenze e la sede della presidenza regionale”.
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