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Referendum caccia, si riparte. Depositati oggi i nuovi quesiti in Cassazione

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Roma, al centro della foto i presidenti delle associazioni promotrici: Alessandro Torlai (con la camicia bianca) e Giancarlo De Salvo (con la camicia a righe)

Promotrici le associazioni Ora – Rispetto per tutti gli animali e Irriducibili Liberazione Animale. A breve partirà la raccolta delle firme.

 

di Gabriella Congedo
25 giugno 2024

Abolizione della caccia, avevano promesso di riprovarci e sono stati di parola. Questa mattina sono stati depositati a Roma presso la cancelleria della Corte di Cassazione i quesiti per un nuovo referendum. Li ha presentati il comitato ORA – Rispetto per tutti gli animali guidato da Giancarlo De Salvo, da cui è partita l’iniziativa, e l’associazione Irriducibili Liberazione Animale guidata da Alessandro Torlai.

Il ventaglio delle richieste referendarie questa volta è più ampio e riguarda anche le attività che causano agli animali inutili sofferenze. Oltre all’abolizione totale dell’attività venatoria e all’abrogazione dell’articolo 842 del Codice civile, primo e secondo comma, che consente l’ingresso nelle proprietà private ai cacciatori anche senza l’autorizzazione del proprietario, si chiede anche l’abolizione dell’uso degli animali nei circhi e nelle manifestazioni storiche, l’abolizione dei giardini zoologici, l’abolizione della sperimentazione animale e la chiusura degli allevamenti intensivi.

L’ultimo tentativo di abolire la caccia risale al 2021 e non era andato a buon fine. Allora erano scesi in campo due diversi comitati con tre distinti quesiti referendari, il che aveva generato una certa confusione. Da parte dei Comuni si erano registrati ritardi e inadempienze e inoltre il periodo non era dei migliori, visto che si era in piena pandemia. Infine la Corte di Cassazione aveva invalidato molte delle firme raccolte e così i referendum erano saltati.

Questa, si augurano i promotori, potrebbe essere la volta buona. La campagna referendaria e la raccolta delle firme in tutta Italia partiranno a breve dopo l’ok della Cassazione e la pubblicazione dell’annuncio dei referendum in Gazzetta Ufficiale. L’articolo 75 della Costituzione recita testualmente che “È indetto referendum popolare per deliberare la abrogazione, totale o parziale, di una legge o di un atto avente valore di legge, quando lo richiedono cinquecentomila elettori o cinque Consigli regionali”.

I quesiti referendari che raggiungeranno la soglia delle 500.000 firme valide passeranno al vaglio della Corte di Cassazione prima e della Corte Costituzionale poi, per essere sottoposti al voto degli Italiani nel 2025. E a quel punto, spiega Alessandro Torlai, presidente di Irriducibili Liberazione Animale, “saranno gli Italiani a decidere se permettere ancora che si uccidano gli animali a fucilate”.

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