Rifiuti e riciclo

Raccolta dei rifiuti tessili in Toscana ancora scarsa nonostante l’obbligo

Discarica di rifiuti tessili in Cile.
Discarica di rifiuti tessili in Cile.

Dal 1° gennaio 2025 in Europa è obbligatorio il recupero differenziato dei rifiuti tessili ma in Toscana ammonta solo allo 0,5% dei rifiuti urbani.

 

Redazione
28 febbraio 2025

In Europa nel 2023 circa 172 mila tonnellate di rifiuti tessili sono state avviate a raccolta differenziata, il 7,1% in più rispetto al 2022, mentre il 78% dei rifiuti tessili prodotti nel vecchio continente finiscono inceneriti o in discarica. Percentuale che in Italia arriva all’81%. Massimiliano Lanz, direttore del Centro nazionale rifiuti ed economia circolare dell’Ispra ha sottolineato che “In Italia la raccolta differenziata dei rifiuti tessili è intorno al 19%, un valore leggermente inferiore alla media Ue del 22%”. 

In Italia e in altri Paesi dell’Unione europea l’obbligo della raccolta differenziata dei rifiuti tessili è entrato in vigore il 1° gennaio 2022 (decreto legislativo 116/2020) ma anche in Toscana il servizio è ancora poco diffuso e male organizzato: i cassonetti sono pochi e solo in poche località funziona la raccolta di rifiuti tessili a domicilio su richiesta dell’utente (tra cui Pontedera, Ponsacco, Campi Bisenzio). In pochissime città è attivo un servizio di raccolta porta a porta a giorni fissi e nella maggior parte dei casi gli utenti devono portare gli abiti usati nei centri di raccolta, spesso lontani e scomodi.

Inoltre dal 1° gennaio 2025 in Europa è obbligatorio il recupero differenziato dei rifiuti tessili (previsto dalla direttiva Ue 2018/85): non si tratta di quelli industriali, che vanno smaltiti tramite aziende autorizzate, ma dei rifiuti tessili domestici come capi di vestiario, biancheria, scarpe, borse, stoffe, tende, coperte e tappeti. L’obiettivo europeo non è solo la raccolta ma la nascita di una filiera che consenta il riutilizzo e il riciclo dei rifiuti tessili, così da ridurne l’impatto ambientale e promuovere l’economia circolare.

Nel 2023, secondo gli ultimi dati forniti dall’Agenzia regionale recupero risorse, i rifiuti tessili raccolti in Toscana hanno rappresentato solo lo 0,5% di tutti i rifiuti urbani (che sono 2,15 milioni di tonnellate, di cui il 66% differenziati), una percentuale ferma da anni e che significa, in sostanza, circa 11mila tonnellate di abiti usati e scarpe recuperati dalle aziende dei rifiuti, dai Comuni o dalle associazioni per essere riutilizzati o avviati al riciclo. Il resto finisce in discarica o negli inceneritori.

A spingere la raccolta ora potrebbe essere la normativa sulla responsabilità estesa del produttore (Epr), che impone ai fabbricanti di prodotti tessili di farsi carico della gestione dei rifiuti derivanti dai loro articoli, incentivando la progettazione di capi più durevoli e facilmente riciclabili.
A valle della raccolta, poi, le città si stanno attrezzando per potenziare gli impianti di selezione e riciclo dei rifiuti tessili grazie anche ai finanziamenti del Pnrr. Il progetto più importante in Toscana è il Textile Hub di Prato la cui costruzione, a opera dell’azienda pubblica Alia, è partita nel maggio 2024 e dovrebbe concludersi nel giugno 2026. L’investimento sfiora i 30 milioni di euro.

Tags