Càpita, in certi periodi, di vedere tutto nero. Poi all’improvviso qualcosa di inaspettato e bello ti regala un’altra prospettiva.
di Rosario Floriddia
Sofhie è una ragazza d’oro di 20 anni, nostra figlia, di meglio per due genitori è difficile avere.
Ieri è arrivato un corriere estraneo ai nostri giri aziendali e ha portato una scatola ingombrante ma leggera. L’ho pesata, 1600 grammi. Dentro c’era una cartellina di plastica porta disegni di appena 550 grammi, il resto tutto cartone.
Ho pensato che oramai c’è poco da sperare: anche la nostra Sofia compra, da casa, una comune cartellina di plastica che trovi in qualunque cartoleria.
È la fine per molti negozi e per qualche supermercato. È il principio di abitudini a farsi sostituire da congegni “paradisiaci” che ti parcheggiano l’automobile, te la aprono e richiudono e te la guidano, ti aprono casa e ti cucinano la cena a distanza. Il tuo medico di famiglia si sta abituando a diventare uno scrivano digitale per consigliarti in quale ospedale andare o quale vaccino prendere, perché purtroppo deve seguire protocolli, e algoritmi, ben precisi. Il tuo partito si è già adeguato a giocare partite senza regole e, ahimé, senza nobili obbiettivi.
D’altronde se un solo individuo, e ce ne sono a centinaia, può accumulare beni e denari più di uno Stato da varie decine di milioni di abitanti, non è una bella storia. Se un solo individuo può decidere e fare delle azioni che pregiudicano la vita di miliardi di persone, non è una bella storia.
Mi sento un po’ giù.
Penso a Jack (Emanuele), nostro figlio di 18 anni, che ha sempre studiato poco e fatto sport il meno che poteva, nonostante camminasse scomposto e un po’ curvo. Diciamo che è un po’ svogliato ma con un grande cuore, il rispetto per gli altri è un dovere sacrosanto e la violenza per lui non esiste. Da un paio di anni per fortuna si è appassionato al calcio e quando ha voglia si allena e gioca e devo dire che ultimamente sta dritto.
Da casa sto scendendo un argine per arrivare prima al pastificio, sento Jack avvicinarsi da dietro, tocco il pari del lungo piazzale e inizio a correre forte per fargli capire che non sono un poltrone come lui e quindi non potrà mai essere veloce quanto me, se non si impegna di più.
Lo vedo sorpassarmi con una compostezza di gambe e braccia impressionante. Forzo ulteriormente la mia corsa ma lui mi semina ancora di più; uno scatto meraviglioso.
Non potete immaginare quanto ora la mia gioia, e la mia speranza, sia forte.
Rosario Floriddia conduce insieme al fratello Giovanni l’azienda agricola Floriddia, convertita al biologico nel 1987. Rosario fa parte attiva della Rete Semi Rurali e del Coordinamento toscano produttori biologici. Si occupa della selezione dei cereali di vecchie varietà e della loro coltivazione in campo collaborando strettamente con Stefano Benedettelli, genetista dell’Università di Firenze, e Giovanni Cerretelli, agronomo e storico propugnatore del metodo della coltivazione biologica in Toscana. L’azienda sorge sulle colline pisane della Valdera, tra Peccioli e Villamagna di Volterra, su 300 ettari di terreno.
Informazioni: ilmulinoapietra.com
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