Lo specchio d’acqua è stato usato finora come riserva di acqua potabile. Adesso Legambiente e il Liceo artistico Petrocchi propongono di “adottarlo”.
di Marcello Bartoli
QUARRATA (Pt)– Una pozzanghera circondata da una spianata di terra crepata e riarsa dal sole. A questo si è ridotto il bacino del Falchereto, finora utilizzato come riserva di acqua potabile.
Il grido di allarme viene da Daniele Manetti ed Elisabetta Pastacaldi, rispettivamente presidente di Legambiente Quarrata e preside del Liceo artistico Petrocchi, che in questo luogo spettrale hanno fatto un sopralluogo alcuni giorni fa.
“Come sempre partiamo da un problema ambientale specifico del nostro territorio – spiega Manetti – per arrivare al grande problema che coinvolge la Regione Toscana, il nostro Paese e il mondo intero e mostrarlo anche con immagini che rendono l’idea della gravità della situazione”. E in questo caso le immagini si commentano da sole.
Adesso, davanti all’evidenza degli effetti del cambiamento climatico, è urgente “iniziare, in clima di collaborazione e partecipazione, a fare qualcosa che sia utile ad arginare il problema della siccità, dell’inquinamento chimico e della scarsità di riserve d’acqua”. Un compito importante che l’associazione ambientalista intende affrontare con proposte concrete insieme alle istituzioni e alla scuola.
Come prima cosa bisogna ripensare le strategie sull’uso e la raccolta dell’acqua, un bene che diventa sempre più prezioso. “Occorre – continua Manetti – non solo razionalizzare l’uso della risorsa irrigua ma aumentare i siti di accumulo, con una strategia diversificata”. Nel concreto si tratta di progettare nuovi piccoli invasi e bacini nel territorio di Quarrata e di tenerli sotto controllo con analisi chimiche e microbiologiche mirate a mantenere le acque incontaminate.
Daniele Manetti rilancia anche la proposta, avanzata da tempo, di un progetto che permetta a Legambiente e al liceo Petrocchi di “adottare” i bacini del Falchereto e delle Due Forre, rendendoli visitabili e fruibili a fini didattici. Un’idea da portare avanti insieme al Comune di Quarrata, Publiacqua e Water Right Foundation. E che potrebbe essere di esempio anche per altri territori.
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