Il sogno della Fernanda quest’anno finalmente si è realizzato. Determinante l’aiuto degli amici e il sostegno tecnico-scientifico di Legambiente Quarrata.
di Gabriella Congedo
QUARRATA (Pt) – Un albero di Natale davvero unico quello preparato da Fernanda Lomi, la fornaia panettiera di San Bastiano: al posto delle solite palline, attaccati ai rami ci sono tanti pani in miniatura fatti con i grani antichi.
Quest’albero così speciale simboleggia il coronamento di un sogno a lungo accarezzato dalla Fernanda, che finalmente quest’anno si è potuto realizzare: fare il pane con la farina di grani antichi del suo campo. Un pane biologico davvero a km 0, non inquinato da sostanze chimiche.
È una bella storia che abbiamo già avuto modo di raccontare ma la riassumiamo per chi non la conoscesse.
Molti anni fa nel bar trattoria dei fratelli Vettori a Olmi si vendeva un pane buonissimo, che solo le persone di una certa età possono ricordare. Quel pane proveniva dallo stesso forno di San Bastiano dove oggi la Fernanda sforna il suo, impastandolo nella madia, lasciandolo lievitare naturalmente e cuocendolo nel forno a legna.
La fornaia però aveva un sogno: fare tutto in autonomia con il “suo” grano, un grano della cui genuinità e purezza potesse essere sicura.
Un gruppo di amici le è venuto in aiuto mentre Legambiente Quarrata, e in prima persona il presidente Daniele Manetti e la volontaria Federica Miniatelli, l’ha seguita passo per passo assicurando il sostegno tecnico-scientifico.
Nell’autunno del 2018 una miscela di grani antichi è stata seminata nel grande campo di proprietà della Fernanda a pochi passi dal forno con veri trattori d’epoca. Il grano è venuto su benissimo senza fertilizzanti e concimi chimici. Sempre con una macchina d’epoca, una vecchia Laverda del 1975, a luglio è stata fatta la trebbiatura.
Una volta messo il grano nei sacchi di juta mancava l’ultimo tassello del progetto, forse il più delicato: la macinatura. Per la farina della Fernanda è stata scelta la macinatura a pietra, che avviene con un solo passaggio grazie a macine contrapposte che girano alla velocità di 60-100 giri al minuto. La resa è inferiore rispetto alla macinatura a cilindri e la lavorazione più lenta. Si ottengono farine meno raffinate che conservano la parte più preziosa e nutriente, il germe del grano. E il pane ha un sapore, un aroma e proprietà nutrizionali superiori rispetto a quello fatto con farine macinate in maniera tradizionale e contiene meno glutine. Proprio come il pane che finalmente la Fernanda ha potuto fare con la ‘sua’ farina di grani antichi, impastandolo sulla madia e cuocendolo nel forno a legna.
Adesso che l’obiettivo è stato raggiunto Legambiente Quarrata, assicura Daniele Manetti, continuerà a difendere la fornaia, la sua terra e il suo pane. Da cosa? “Dall’inquinamento chimico, che ormai da tempo è presente in tutta la Piana di Quarrata. Sarà nostro compito adoperarci perché le leggi siano rispettate. Questo è un progetto unico e importante per il territorio”.
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