Si parla di 16 triliardi di dollari solo dal 1992 al 2013. Intanto sta per aprirsi in Egitto la conferenza internazionale COP 27 sul clima: speriamo bene.
di Sandro Angiolini
30 ottobre 2022
Ci sono due notizie ambientali strettamente collegate che emergono in questa settimana.
Da un lato uno studio dell’Università statunitense di Darmouth ha stimato in circa 16 triliardi di dollari (ve lo scrivo per esteso: 16.000.000.000.000 $) i danni provocati dalle ondate di calore estremo nel mondo dal 1992 al 2013. E sono proprio le aree attorno ai tropici e nel Sud del mondo a esserne state maggiormente colpite.
Ma anche nelle zone dell’Europa e del nord America si calcola che ci sia stata una minore produzione pari a circa il 1,5% del PIL pro capite/anno. Questo sia perché le ondate di calore estremo provocano più facilmente infarti e ictus nelle persone, sia perché favoriscono alterazioni psichiche (es. maggiore aggressività), minore produttività sul lavoro e maggiore frequenza di infortuni e una minore efficienza mentale.
Non c’è dubbio che se lo studio avesse avuto a disposizione anche i dati per gli anni successivi al 2013 il valore totale dei danni sarebbe risultato assai più alto. La lezione chiave è sempre la stessa: prevenire questo tipo di danni adattando i contesti territoriali più vulnerabili e diminuendo la quantità di emissioni clima-alteranti nell’atmosfera risulta più economico che doverli riparare dopo. E anche senza dover andare a fare stime del genere basta guardare cosa succede negli oceani: questa settimana gli scienziati hanno eseguito l’autopsia di 30 balene morte sulle spiagge in Argentina, individuando la causa nell’ingestione di alghe tossiche che proliferano proprio a causa dell’innalzamento della temperatura delle acque.
Dall’altro lato (o se volete, esattamente dallo stesso…) sta per aprirsi il 6 novembre in Egitto la conferenza internazionale COP 27 sul clima, l’evento diplomatico più importante del 2022 sul tema.
In una rara intervista il ministro dell’Ambiente egiziano Sameh Shoukry ha dichiarato che l’obbiettivo di limitare l’innalzamento medio delle temperature a 1,5 gradi Celsius rispetto all’epoca pre-industriale appare sempre più a rischio sia a causa dello scarso impegno di importanti Paesi che delle tensioni geopolitiche che si sono aperte quest’anno (vedi guerra in Ucraina). Il relativo pessimismo del ministro africano, e il suo conseguente invito a tutti coloro che interverranno alla conferenza affinché lascino da parte interessi nazionalistici, non può che essere condiviso.
P.S. In questa settimana sono passati due anni da quando ho iniziato a pubblicare il mio blog. Motivato soprattutto dal fatto di dover passare più tempo in casa a causa della pandemia ho intrapreso questa piccola sfida senza avere idea di dove sarei arrivato. Non è facile individuare ogni settimana una notizia ambientale su cui riflettere assieme a voi, ma il fatto che il blog sia letto mediamente da circa 1.600 persone mi dà una moderata fiducia che ci stia riuscendo.
OLTRE LA SIEPE è una rubrica settimanale che parte da eventi/notizie relative all’ambiente e all’economia su scala nazionale o internazionale per riflettere su come queste possono impattare sulla scala locale e regionale toscana.
Sandro Angiolini – Figlio di mezzadri, è agronomo ed economista e ha conseguito un Master in Politiche Ambientali presso l’Università di Londra (Wye-Imperial College). Ha scritto numerosi articoli sui temi dello sviluppo rurale e sostenibile e tre libri sull’agriturismo in Toscana. Per 29 anni funzionario presso amministrazioni pubbliche, svolge attualmente attività di consulente economico-ambientale e per lo sviluppo rurale integrato, in Italia e all’estero, oltre a varie iniziative formative e di comunicazione. È fortemente impegnato nel settore del volontariato ambientale e culturale.
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