Mentre la COP29 sul clima pare avviata al fallimento l’ecologista nativa americana Robin Wall Kimmerer propone un’economia basata sui beni comuni.
di Sandro Angiolini
17 novembre 2024
Parlare e affrontare questioni ambientali significa inevitabilmente avere a che fare con problemi complessi. A tutto questo non siamo di solito preparati, né le società in cui viviamo ci abituano a farlo, a scuola o sui media. La conseguenza è che spesso lasciamo perdere la possibilità di comprendere appieno come stanno le cose, perché faticoso, e/o ci accontentiamo di una spiegazione superficiale che qualcuno ci fornisce.
Questa (parzialmente noiosa) premessa mi aiuta a introdurre due temi assai diversi ma tra loro complementari.
Da un lato abbiamo i lavori della conferenza COP29 in corso in questi giorni a Baku (Azerbaijan), dove i segnali negativi per il contrasto al cambiamento climatico aumentano: l’Argentina ha appena ritirato la sua delegazione – il suo presidente è un forte ammiratore di Trump – ed è in aumento la presenza di lobbysti inviati da compagnie che vendono combustibili fossili o che propongono tecnologie per lo stoccaggio di CO2 (una soluzione in teoria interessante ma parziale, e ancora da valutare con attenzione).
Tutto questo non fa sperare bene per le conclusioni del summit mondiale, che dovrebbe decidere come ripartire i costi legati, appunto, alla lotta al cambiamento climatico. Il fatto che da oltre 20 anni assistiamo ad anni mediamente sempre più caldi e a una lunga serie di disastri ambientali (ed economico-sociali) non è evidentemente sufficiente a far cambiare idea a chi deve prendere decisioni importanti per il futuro dell’umanità e della vita sulla Terra.
Questo a livello globale. A livello locale, per fortuna, ci sono numerosi esempi e testimonianze di come si potrebbe invertire la rotta e vivere in maniera migliore. Uno stimolo positivo in questo senso lo trasmette una scrittrice nativo-americana, Robin Wall Kimmerer, che è stata intervistata questa settimana dal quotidiano inglese The Guardian. Ai più in Italia risulterà sconosciuta, anche se nel mondo ha venduto milioni di copie, ma forse basta scorrere il titolo dell’unico suo libro pubblicato nel nostro Paese (“La meravigliosa trama del tutto”) per esserne almeno incuriositi.
Nella sua intervista la Kimmerer, che è una botanica, afferma che le società capitalistiche attuali hanno abusato del principio dell’interesse personale, inteso in senso esclusivamente economico, portando così alla distruzione della natura, che invece continua a insegnarci tante cose. Per questo ha senso ricercare modelli economici alternativi, come l’”economia del Dono” e quella dello Scambio. La scrittrice insiste molto anche su un altro punto: non sarà tanto la paura a motivare le persone ad agire contro il cambiamento climatico ma la speranza che un’alternativa sia possibile, e il nostro Amore per l’ambiente. Può anche darsi che si sbagli, ma il prossimo libro che comprerò sarà il suo…
OLTRE LA SIEPE è una rubrica settimanale che parte da eventi/notizie relative all’ambiente e all’economia su scala nazionale o internazionale per riflettere su come queste possono impattare sulla scala locale e regionale toscana.
Sandro Angiolini – Figlio di mezzadri, è agronomo ed economista e ha conseguito un Master in Politiche Ambientali presso l’Università di Londra (Wye-Imperial College). Ha scritto numerosi articoli sui temi dello sviluppo rurale e sostenibile e tre libri sull’agriturismo in Toscana. Per 29 anni funzionario presso amministrazioni pubbliche, svolge attualmente attività di consulente economico-ambientale e per lo sviluppo rurale integrato, in Italia e all’estero, oltre a varie iniziative formative e di comunicazione. È fortemente impegnato nel settore del volontariato ambientale e culturale.
È di recente uscito il suo libro “Comunicare meglio-istruzioni per l’uso”, un manuale divulgativo sulle tecniche di comunicazione rivolto ai non addetti ai lavori.
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