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Prevenire le alluvioni, in Toscana geologi e agronomi forestali uniscono le forze

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I due ordini professionali hanno avviato un tavolo di confronto: “Per proteggere le città urgente un cambio di passo nella gestione delle aree agricole e forestali”.

 

Redazione
25 settembre 2024

FIRENZE – Alluvioni, frane, allagamenti: il cambiamento climatico non fa sconti e gli eventi estremi distruttivi si susseguono ormai senza sosta. Per affrontare l’emergenza climatica e ridisegnare le politiche di gestione del territorio aperto la Federazione degli Ordini dei Dottori Agronomi e Forestali e l’Ordine dei Geologi della Toscana annunciano la nascita di un tavolo di confronto.
Il primo incontro si terrà il 4 ottobre a Firenze presso la sede della Federazione e servirà per riflettere insieme sulle possibili politiche di gestione del territorio aperto a difesa delle aree urbane e della sicurezza ambientale.

L’alluvione in Romagna e i dissesti che hanno colpito l’Alto Mugello e la Val di Cecina ripropongono uno scenario già visto: fenomeni che dovrebbero essere osservati una volta nella vita, come dice la statistica applicata alle serie storiche degli eventi eccezionali nei decenni passati, ma che si ripetono ormai a distanza di pochi mesi. L’aumento della frequenza di eventi di enorme portata è effetto di dinamiche climatiche globali nuove e imprevedibili nella loro evoluzione.
In questa situazione la sicurezza dei centri urbani è strettamente legata alla corretta gestione delle aree agricole e forestali. Per limitare o prevenire i danni, spiegano i professionisti, è necessario un cambio di passo nella pianificazione territoriale.

«In uno scenario in cui sempre più frequentemente ci troveremo a misurarci con eventi meteo violenti e improvvisi il territorio aperto deve avere una funzione di presidio per le aree urbane, oltre a garantire la sicurezza degli ecosistemi che ospita – commenta Riccardo Martelli, presidente Ordine Geologi Toscana – Riteniamo per questo necessario studiare, insieme a chi progetta e pianifica le attività agricole e forestali, nuove politiche di pianificazione per queste aree. Per esempio è fondamentale adottare sistemi di governo delle aree agricole e boscate capaci di rallentare e diminuire gli afflussi di acqua che si generano nel corso di eventi eccezionali e che impattano in modo pesantissimo sulle nostre aree urbane».

«Osserviamo un’accelerazione degli effetti dei cambiamenti climatici che continua a recare danni ai territori e che impone idee nuove e interventi risoluti. Un cambio di passo nelle misure di governo delle aree rurali diventa necessario e urgente, sia nel breve che nel medio-lungo periodo – commenta Alessandro Trivisonno, presidente Federazione degli Ordini dei Dottori Agronomi e Forestali della Toscana – Desideriamo quindi mettere a disposizione del decisore pubblico le migliori competenze professionali insieme ai geologi, con cui accettiamo la sfida di proporre soluzioni alternative alla gestione del territorio aperto, dall’adozione di pratiche agricole e forestali che favoriscono l’assorbimento dell’acqua alla riconversione degli insediamenti in “città spugna”, riducendo così la vulnerabilità dei territori alle inondazioni».

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