Approvato oggi il progetto preliminare. Il “Farm Park” produrrà verdure a km 0 ma sarà anche un punto di ristoro green con cibo e bevande locali.
PRATO – In via delle Pleiadi a Prato nascerà una serra urbana dove si coltiveranno verdure a km 0, ci sarà un punto di ristoro green con prodotti locali e dove, infine, si potrà vedere un film o ascoltare musica dal vivo.
È stato approvato stamani dalla giunta comunale di Prato, su proposta dell’assessore all’Urbanistica Valerio Barberis, il progetto preliminare della nuova area di Prato Urban Jungle, che va ad aggiungersi alle progettazioni delle case di edilizia popolare di via Turchia, del mercato coperto nel Macrolotto Zero e dell’edificio di Consiag-ESTRA.
Si arricchisce così di nuovi tasselli Prato Urban Jungle, il piano di forestazione urbana unico al mondo curato dallo scienziato toscano Stefano Mancuso e dall’architetto Stefano Boeri. Il progetto, che ha vinto un bando europeo da 3,8 milioni di euro, coprirà di piante e alberi case, tetti e facciate delle zone più marginali della città.
La serra urbana di via delle Pleiadi sarà realizzata da PNAT, spin-off dell’Università di Firenze che può contare su uno dei centri di ricerca sulle piante più importanti al mondo, il Laboratorio Internazionale di Neurobiologia Vegetale diretto da Stefano Mancuso. Con la serra urbana PNAT metterà a punto un innovativo progetto legato al green e al cibo.
Il progetto
Il progetto si articola in diverse parti: una serra urbana ad alto rendimento per la produzione di vegetali a Km 0, un’area ristoro creata con vecchi containers industriali, dove si consumeranno cibi e bevande prodotti localmente, un’area dedicata a eventi musicali o cinematografici realizzata con materiali di recupero e infine una zona per i più piccoli dove il gioco sarà un modo per avvicinarsi ai temi ambientali. Tutti gli elementi saranno fortemente integrati con il verde.
Entrando più nel dettaglio, elementi e arredi – informa il Comune – sono disegnati per essere flessibili, favorire la permanenza all’aperto e ridurre al minimo l’impatto sull’ambiente mentre alberi e piante depureranno l’aria, faranno ombra e mitigheranno la temperatura. Un intervento articolato nel quale la coltivazione di ortaggi a km 0 dovrebbe diventare motore per l’economia locale, favorendo l’incontro e le attività della comunità.
Secondo la visione dei progettisti le tecnologie di coltivazione idroponica e di riuso delle acque piovane previste nella serra garantiranno la produzione sostenibile di grandi quantità di ortaggi. La serra dovrà avere anche una funzione didattica dove si apprenderanno pratiche e tecnologie di coltivazione. Un’occasione dunque per avvicinare gli abitanti ai temi dell’educazione alimentare, dell’agricoltura sostenibile e dell’ecologia.
“Il tema ambientale è anche intrinsecamente sociale – spiega Stefano Mancuso, co-fondatore di PNAT – così come sostenibilità è anche equità. Questo è un progetto di rigenerazione urbana attraverso le piante, che riscrive le relazioni tra abitanti e risorse all’interno della città”.
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