Se lo chiedono le associazioni pistoiesi Acqua Bene Comune, Alleanza Beni Comuni e Obiettivo Periferia che hanno presentato un esposto in Procura.
di Gabriella Congedo
MONSUMMANO TERME (Pt) – Come mai non si sente più parlare dei pozzi contaminati di Monsummano Terme? Se lo chiedono le associazioni Acqua Bene Comune Pistoia e Valdinievole, Alleanza Beni Comuni e Obiettivo Periferia, che per fare chiarezza hanno presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Pistoia.
La faccenda era finita su tutti i giornali nel gennaio 2020 con la scoperta in due pozzi di concentrazioni di cloruro di vinile molto superiori alla soglia consentita. Era seguita un’ordinanza del sindaco di Monsummano che vietava di attingere acqua e un’indagine di ARPAT su una ventina di questi pozzi. I primi risultati avevano confermato le peggiori aspettative: era stata rilevata, come riportava l’agenzia regionale, “una contaminazione diffusa da organo-alogenati, tra cui il più critico risulta il tricloroetilene (più comunemente conosciuto come trielina); confermata in diversi pozzi anche la presenza di cloruro di vinile monomero, un prodotto di derivazione dalla degradazione della trielina”.
Tutto questo era stato spiegato alla popolazione il 21 febbraio 2020 da Andrea Poggi, responsabile del dipartimento Arpat di Pistoia. L’inquinamento di alcuni pozzi a Monsummano Terme è noto da tempo, aveva detto Poggi. Precisando che mentre l’inquinante primario, la trielina, era da anni in diminuzione il suo derivato, il cloruro di vinile monomero (CVM), stava aumentando e secondo le previsioni di Arpat sarebbe aumentato ancora negli anni a venire.
Questo più di un anno fa. Da allora il clamore mediatico si è affievolito e dei pozzi contaminati a Monsummano Terme non si è parlato quasi più. Le associazioni di Pistoia però non ci stanno e chiedono che sia reso pubblico l’evolversi della situazione.
“Dopo un primo momento di interesse – intervengono – nel quale il Sindaco ha emesso l’ordinanza vietando l’uso dell’acqua esclusivamente per i pozzi privati e per quelli di captazione delle acque potabili, non è stata poi presa alcun’altra iniziativa, forse a causa del fatto che, in assemblea pubblica, il gestore aveva dichiarato che i potabilizzanti usati avrebbero abbattuto completamente le sostanze cancerogene presente a monte. Questo non ci risulta essere del tutto vero per cui è stato necessario richiedere, tramite accesso agli atti, ulteriori documenti dai quali si evince che il gestore non ha fornito i dati sulla qualità dell’acqua per diversi anni”.
E malgrado le denunce di Arpat e USL sull’aumento di sostanze come tricloroetilene, dicloroetilene e cloruro di vinile “a distanza di molto tempo l’evolversi della situazione risulta essere ancora ignota”.
Adesso però è il momento di fare chiarezza sull’accaduto, annunciano le associazioni. Che con l’assistenza di uno studio legale hanno presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Pistoia: “Con la salute delle persone non si può e non si deve tergiversare”.
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