Una squadra di specialisti è al lavoro nella zona industriale di via del Redolone, dove Arpat ha trovato alte concentrazioni di Cloruro di vinile nella falda.
di Gabriella Congedo
CASALGUIDI (Pt) – Forse si arriverà a sapere qualcosa di più sulle cause della contaminazione dei pozzi a Casalguidi, frazione di Serravalle Pistoiese.
Sono partite lunedì 22 giugno e termineranno venerdì 26 le indagini nel sottosuolo della zona industriale di via del Redolone, nella cui falda acquifera ARPAT aveva trovato una concentrazione anomala di Cloruro di Vinile monomero. Una situazione allarmante che da più parti è stata messa in relazione con l’elevato cluster di sarcomi che a Casalguidi ha colpito quasi esclusivamente persone di giovane età.
Scopo della campagna di indagine, informa ARPAT, pianificata per il mese di marzo e poi slittata di tre mesi a causa dell’emergenza Covid-19, è quello di localizzare con precisione la fonte della contaminazione da Cloruro di vinile e altri composti organici volatili (COV) e individuare i responsabili.
Dopo la scoperta del grave inquinamento della falda, Comune, ARPAT, Regione e Ausl hanno attivato un tavolo tecnico per decidere il da farsi. In particolare è stata ricostruita la successione nel tempo delle attività industriali e commerciali che hanno operato in quella zona per capire quali possano avere usato trielina o Percloroetilene nei loro processi produttivi. Questi composti infatti, una volta penetrati nella falda, nel tempo si trasformano in Cloruro di vinile monomero.
L’indagine è affidata all’azienda specializzata SGM Geologia e Ambiente con il supporto dei tecnici del Comune e di ARPAT. La Regione Toscana, che coordina l’operazione, ha stanziato allo scopo 24.000 euro.
Gli specialisti stanno effettuando 8 sondaggi servendosi di una tecnologia di ultima generazione: il terreno viene perforato fino a una profondità di 20 centimetri con una batteria di aste la cui punta è collegata ad apparecchiature che consentono di misurare le concentrazioni di Cloruro di Vinile monomero. I dati vengono acquisiti in tempo reale durante la perforazione e sono visibili su monitor. Dovranno servire sia a risalire alla fonte dell’inquinamento che a impostare la bonifica.
Se il responsabile della contaminazione della falda sarà individuato dovrà accollarsi la bonifica del sito, in caso contrario l’intervento sarà di competenza comunale. Comunque vada, l’importante è che si riesca a venire a capo di questa brutta storia.
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