Oggi, con il 37,88% di raccolta differenziata, siamo lontanissimi dal 65% che la legge prescrive entro il 2020. E il tanto sbandierato progetto dei cassonetti interrati servirà a poco.
di Marco Beneforti
Comitato per il WWF di Pistoia e Prato
PISTOIA – Più volte, in questi ultimi anni, siamo intervenuti sullo stesso argomento, battendo il medesimo tasto. Un copia incolla che si ripete. A Pistoia occorre organizzare un sistema di raccolta porta a porta esteso a tutta la città e non soltanto al centro storico (dove peraltro si intende cambiarla) e nel quartiere di Sant’Agostino.
Circoscriverla solo a quei due ambiti non serve assolutamente a niente. Nel 2016 il Comune di Pistoia ha prodotto 58.434 ton di rifiuti, con una produzione pro – capite di 648 Kg / abitante / anno, ben superiore alla media dell’Italia centrale che è di 266 Kg / abitante / anno. Di questi, soltanto il 37,88% è stato raccolto in maniera differenziata (dato certificato ARRR), una percentuale lontanissima da quella dal D. Lgs. 152/06 che prevede il raggiungimento del 65% entro il 2020 (ossia tra 2 anni!).
La situazione è più o meno stabile per quanto riguarda i dati del 2017.
Atteso che la gestione dei rifiuti nella nostra città sta sempre più peggiorando (basti pensare alle tante segnalazioni che ci arrivano dai cittadini e dagli stessi verso i media locali, in tema di discariche abusive, rifiuti abbandonati intorno ai cassonetti, ecc), non è più rinviabile, e non soltanto per una questione di parametri di legge, l’introduzione del sistema di raccolta Porta – a – Porta (P.a.p.) che darebbe i seguenti vantaggi:
– sparirebbero i cassonetti stradali, con i quali la percentuale di RD non aumenta e che rappresentano spesso problemi di igiene pubblico e ambientale;
– ogni cittadino (poi si possono trovare forme diverse dal punto di vista organizzativo per i grandi condomini o altre realtà particolari) sarebbe coinvolto in prima persona, conferendo la propria spazzatura nei propri bidoni, responsabilizzandolo in toto per quello che produce e che raccoglie, situazione assai migliore del conferimento nei cassonetti-cloaca (dove c’è di tutto);
– il materiale raccolto sarebbe enormemente più puro rispetto a quello attuale, dato che il cittadino avrebbe appunto i propri bidoni (di colore diverso) della raccolta differenziata. In Italia è statisticamente documentato che con una P.a.p. fatta bene il materiale raccolto è più puro e anzi il cittadino è motivato a produrne di meno (abbassamento del livello di produzione pro-capite);
– sparirebbero d’emblèe tutte le conseguenze della gestione tramite i cassonetti stradali (abbandono rifiuti, conferimento errato, sporcizia, scarsa igiene, inquinamento).
Il tanto sbandierato progetto dei cassonetti interrati presentato dal Comune di Pistoia può al limite servire nel centro storico che, per sua struttura, è spesso piuttosto complicato da raggiungere con la P.a.p, ma per il resto non risolverebbe il problema, se non dal punto di vista prettamente estetico. La funzione di “raccoglitori cloaca”, seppur più controllati ma sicuramente più costosi, sarebbe ribaltata dal cielo aperto a sotto terra. Dal punto di vista economico, è stata fatta un’equiparazione/business plan tra quanto costerebbe introdurre la P.a.p, piuttosto che gestire i suddetti cassonetti?
Ovvio che poi, a livello di ambito territoriale (A.T.O. Toscana Centro), anziché progettare inutili e dannosi inceneritori (uno dei quali, quello di Case Passerini, è stato di fatto bloccato da una recente sentenza del Consiglio di Stato), dovrebbe essere messo in atto un piano industriale di riciclo del materiale raccolto, perché senza il recupero dei rifiuti differenziati il ciclo non si chiude e anzi diventa una contraddizione e un problema.
Ma non ha insegnato niente togliere i bidoni della carta? Scatole, scatoline e scatoloni vengono comunque lasciati in strada al di fuori dei giorni di raccolta porta a porta della carta. Quando tira vento, ce li ritroviamo in mezzo alla strada, con conseguenze anche gravi perchè ostacolano la guida. Per non parlare dei pedoni, a cui tocca schivare le scatole su marciapiedi pieni di foglie (dato che le foglie raramente vengono spazzate dai marciapiedi, perchè dei pedoni non importa nulla a nessuno, finchè uno non scivola e si rompe una gamba o peggio). Mi ritrovo scatole e scatoloni fin sotto casa e quando ho segnalato il problema a Alia, l’operatore mi ha detto che nella mia proprietà devo ripulire io, anche se la carta ce l’ha portata il vento. Comunque, se voi del WWF volete venire volontariamente a pulire, non mi offendo… Ma i bidoni sono indispensabili. Anzi, invece di far spendere ulteriori soldi ai contribuenti, scavando, mettendo ascensori, etc etc, rimettere proprio i cassonetti normali e continuare a insegnare le corrette pratiche su dove mettere i rifiuti, sarebbe una buona soluzione.