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Pisa, scoperto l’ormone vegetale che “comanda” la crescita delle piante

Immagini di radici da microscopia confocale. (Foto da Unipi).
Immagini di radici da microscopia confocale. (Foto da Unipi).
E’ l’auxina, che agisce nella parte più esterna delle radici e risponde agli stimoli ambientali. La scoperta da uno studio coordinato da Riccardo Di Mambro dell’Università di Pisa.

 

PISA -La chiave della crescita delle piante, regolata da uno specifico meccanismo molecolare, è rappresentata dall’auxina, un ormone vegetale che agisce nella parte più esterna delle radici e che determina lo sviluppo della pianta anche in risposta agli stimoli esterni. La scoperta arriva da uno studio – pubblicato sulla rivista Current Biology – coordinato da Riccardo Di Mambro, ricercatore del dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa in collaborazione con l’Università Sapienza di Roma.

Riccardo Di Mambro. (Foto da Unipi).
Riccardo Di Mambro. (Foto da Unipi).

La concentrazione di auxina, un ormone vegetale con proprietà morfogenetiche, nel tessuto più esterno della radice, la cosiddetta cuffia laterale, coordina la crescita e l’attività di tutte le cellule radicali e dunque lo sviluppo dell’intera pianta”, spiega Riccardo Di Mambro. Dalle sperimentazioni condotte tra i laboratori italiani e statunitensi, da Milano alla California, il trentasettenne ricercatore dell’Ateneo pisano è così riuscito per la prima volta a identificare questo meccanismo molecolare e la particolare sede in cui ha luogo.

“Di fatto a ‘comandare’ lo sviluppo di un’intera pianta è un processo che avviene in uno specifico tessuto, che è poi quello più a contatto con l’esterno. Questo processo è in grado di regolare la crescita in base agli stimoli ambientali, come l’acidità/basicità o la salinità del terreno” continua Di Mambro.

La conoscenza di questo meccanismo apre la strada a una serie di applicazioni biotecnologiche che potranno portare alla messa a punto di piante più resistenti agli stress esterni. “Per esempio – conclude Di Mambro – si potrebbero generare piante che hanno più strati di questo tessuto esterno in modo da renderle più forti e pronte a rispondere a condizioni ambientali fortemente avverse”.

Fonte: Università di Pisa

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