Il pericoloso insetto provoca il deperimento delle piante e la loro morte. Trovato il suo antagonista ma ci vorranno almeno due o tre anni.
Redazione
22 agosto 2023
PISA – La cocciniglia tartaruga (Toumeyella parvicornis) è un insetto originario del Nord America il cui nome volgare è dovuto al fatto che lo scudo dell’insetto ricorda il carapace di una tartaruga. Si tratta di un parassita molto pericoloso, rinvenuto in Italia nel 2014 in Campania e poi da lì diffusosi in varie parti del Paese. Attacca molte specie di pini ma in Italia provoca danni soprattutto a carico del pino domestico (Pinus pinea).
L’infestazione provoca una riduzione nel vigore degli alberi e limita la produzione di semi. La grande quantità di goccioline lucide e appiccicose (melata) prodotta dal parassita conferisce agli alberi attaccati un aspetto lucido e favorisce lo sviluppo di una patina scura (fumaggine) che ricopre interamente gli aghi dei pini e i rami. Questa stratificazione porta a una riduzione della fotosintesi, al deperimento delle piante che aggredisce e spesso alla loro morte.
La lotta alla cocciniglia tartaruga è stata resa obbligatoria con il decreto del 3 giugno 2021 del ministero delle Politiche Agricole e Forestali ma l’attacco ai pini domestici di Tirrenia e di Marina di Pisa è ormai disseminato lungo tutto il litorale da mesi: decine di migliaia di alberi sono a rischio e i trattamenti endoterapici potrebbero non bastare più. Per evitare che l’insetto arrivi fino alla Versilia, passando per San Rossore, è necessario introdurre quanto prima il suo parassitoide.
“L’insetto killer si sposta anche e soprattutto grazie ai venti e, quindi, è quasi impossibile fermarlo – dice Angelico Bonuccelli, agronomo e viareggino, una vita alla direzione del servizio Giardini del Comune di Roma – ma al Crea-dc, il centro di ricerca governativo per la difesa delle piante agrarie e forestali, hanno trovato il suo paratissoide: si chiama Thalassa Monte Zumae ed è una coccinella dei Caraibi, precisamente della isole Turk e Coicos, ma avremo i primi risultati solo fra due o tre anni considerando i tempi di riproduzione e d’immissione massiccia in natura“.
Nell’immediato l’unica soluzione praticabile sembra essere l’endoterapia a base di Ambamectina, un insetticida molto potente. Sono le iniezioni nei tronchi della pianta che il servizio fitosanitario della Regione Toscana sta già applicando su decine di pini colpiti a Marina di Pisa ma si tratta comunque di una terapia molto costosa.
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