Rifiuti e riciclo

Pietrasanta è Bandiera Blu ma sono troppi i rifiuti sulla spiaggia

I ricercatori dell’Università di Pisa hanno pubblicato i dati sui depositi rilevati dal 2020 al 2021 lungo i 4,7 km di spiaggia della località versiliana.

 

PIETRASANTA (Lu) – Mentre la Foundation for Environmental Education (Fee) fa sapere che è Pietrasanta la new entry toscana per quanto riguarda le Bandiere Blu 2022, un team di biologi marini e biologi igienisti dell’Università di Pisa ha stimato che dal 2020 al 2021 lungo i 4,7 km di spiaggia di Marina di Pietrasanta si sono depositati circa 367mila oggetti, al 90 per cento costituiti da plastica.

Si tratta per lo più di confezioni di farmaci scaduti trent’anni fa e di mascherine chirurgiche e FFP2. I ricercatori hanno analizzato quantità e meccanismi di accumulo dei rifiuti marini nel Mediterraneo prendendo come caso studio la nota località versiliana. I risultati della ricerca, finanziata dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, sono stati appena pubblicati sulla rivista Science of the Total Environment.

Il costo per rimuoverli ammonta a circa 27.600 euro al chilometro l’anno. La maggioranza dei rifiuti (in media 710 oggetti ogni 100 metri) si spiaggia con le mareggiate invernali e autunnali e anche la tipologia varia a seconda delle stagioni con alcuni oggetti, come pezzi di polistirolo o scarpe, più abbondanti in autunno mentre altri, come i sacchetti di plastica, in primavera ed estate.

I risultati del nostro studio forniscono indicazioni per gestire in modo più efficace la pulizia delle coste e suggeriscono ad esempio la possibilità di intervenire anche in inverno quando l’accumulo è maggiore” spiega Elena Balestri dell’Università di Pisa, fra le autrici della pubblicazione. Secondo una ricerca pubblicata ad aprile da Legambiente e Università di Sienanegli ultimi due anni sulle coste toscane sono stati rilevati più di 300 rifiuti ogni 100 metri di spiaggia e oltre il 95% è costituito da plastica che ha origine nell’entroterra.

Ma c’è anche da sottolineare che i rifiuti marini spiaggiati non dipendono interamente da quanto prodotto ed eventualmente mal gestito in loco ma piuttosto dall’interazione tra correnti litoranee e attività antropiche collegate a fiumi e porti – continua Balestri -. La gestione dei rifiuti e i relativi costi di rimozione e pulizia non possono quindi essere interamente delegati ai singoli Comuni costieri ma devono essere affrontati almeno a scala regionale coinvolgendo enti pubblici e privati e anche associazioni di volontari”.

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