Il Movimento Legge Rifiuti Zero: “Produrre gas combustibile dalla frazione organica differenziata è in contrasto con l’economia circolare”.
E’ partita lo scorso giugno la campagna Non bruciamoci l’occasione organizzata dal Movimento Legge Rifiuti Zero per l’economia circolare e altre associazioni ambientaliste per contrastare il modello di transizione ecologica del Governo Draghi: “Per l’economia circolare vengono stanziati 2,1 miliardi di euro sui 250 totali mentre per il sostegno alle produzioni di energia da biogas, biometano e biomasse circa 2 miliardi” tuonano le associazioni.
Ecco che dalla sua pagina Facebook il comitato fa sapere di aver presentato una petizione al Parlamento europeo affinché il PNRR italiano venga modificato per rispondere ai principi dell’economia circolare attraverso lo sviluppo di fonti di energia realmente rinnovabili e sostenibili che non producano gas a effetto serra: “Nel PNRR è previsto un investimento di 1,9 miliardi di euro per lo sviluppo del biometano attraverso la riconversione dei circa 2.000 impianti già esistenti di biogas alimentati da coltivazioni agricole dedicate e la costruzione di 600 nuovi impianti di produzione”.
Produrre un gas combustibile dalla frazione organica differenziata sarebbe in aperto contrasto con i principi dell’economia circolare contenuti nella direttiva 851/2018/CE, che prevedono l’invio di queste frazioni ai processi di riutilizzo e riciclaggio per il recupero di materia e non per la produzione di combustibili.
“Una tecnologia considerata “matura” non dovrebbe più ricevere incentivazioni pari a circa 3 miliardi di euro annui a fronte di una produzione di energia pari ad appena il 3% del totale prodotto da tutte le fonti di energia rinnovabile – aggiunge il movimento -. L’economia circolare privilegia la riduzione, il riutilizzo e il recupero di materia ma non il recupero energetico. Inoltre sono calcolabili negli obiettivi solo i rifiuti urbani biodegradabili che producano compost utilizzabile come materia riciclabile in agricoltura”.
Il compostaggio aerobico, spiegano, produce come materia secondaria riciclabile circa il 35% di compost agronomico mentre la digestione anaerobica produce appena il 15% circa di digestato stabilizzato, che di fatto è uno scarto di lavorazione e non il prodotto principale che invece resta dalla produzione di biogas o biometano. “Il digestato come ammendante dei suoli prevede un maggiore apporto di metalli pesanti ed elementi inquinanti persistenti – concludono gli ambientalisti – dato che ha caratteristiche molto diverse dal compost agronomico”.
Per informazioni e adesioni: leggerifiutizero@gmail.com – www.leggerifiutizero.org
Aggiungi un commento