Progressi scarsi e impegni non rispettati. Votata una risoluzione che invita a darsi obiettivi vincolanti per arrivare a una riduzione nell’uso di fitofarmaci.
di Iacopo Ricci
L’impegno dei Paesi membri dell’UE e della stessa Commissione Europea per arrivare a un uso sostenibile dei pesticidi è del tutto insufficiente.
A dirlo non è un comitato o un’associazione ambientalista ma il Parlamento Europeo che il mese scorso, e per l’esattezza il 12 febbraio, ha votato una risoluzione che invita la Commissione a darsi degli obiettivi ambiziosi – e soprattutto vincolanti – per arrivare a una riduzione nell’uso di pesticidi.
La relazione del Parlamento Europeo non fa sconti e denuncia la scarsità dei progressi in materia di pratiche di difesa integrata a ridotto uso di pesticidi. Sarebbe addirittura diminuito in molti Paesi l’impegno per la tutela dell’ambiente e della salute.
Altra nota dolente: circa l’80% dei Piani di Azione nazionali non specifica come quantificare gli obiettivi relativi alla difesa integrata e alle misure di protezione delle acque, rendendo impossibile valutare i progressi compiuti.
La relazione punta il dito anche sugli scarsi progressi compiuti nel promuovere lo sviluppo e la diffusione di alternative a basso rischio e non chimiche ai pesticidi tradizionali. E nulla è stato fatto per semplificare le lunghissime procedure di valutazione, autorizzazione e registrazione delle sostanze attive a basso rischio.
Infine, la maggior parte degli Stati membri non ha stabilito misure efficaci a tutela dell’ambiente acquatico.
Cosa chiede il Parlamento europeo alla Commissione e agli Stati membri
- Agli Stati membri di rispettare i tempi per la presentazione dei nuovi Piani di Azione nazionali (anche l’Italia è in ritardo) includendo obiettivi misurabili di riduzione annuale dell’impatto dovuto all’utilizzo dei pesticidi;
- alla Commissione e agli Stati membri di adottare misure di promozione di pesticidi a basso rischio; di dare priorità ad alternative e metodi non chimici con il minor rischio possibile di danni per la salute e l’ambiente, anche attraverso incentivi economici; di promuovere ricerca, sviluppo, registrazione e commercializzazione di alternative biologiche e a basso rischio;
- alla Commissione di istituire un sistema operativo e trasparente per la raccolta periodica di dati statistici sull’uso dei pesticidi, con la raccomandazione che è fondamentale valutare regolarmente la proporzionalità della quantità di pesticidi venduti rispetto all’area agricola in cui vengono usati;
- alla Commissione e agli Stati membri di prestare attenzione alla protezione dei gruppi vulnerabili e in particolare ai residenti delle zone rurali, stabilendo divieti immediati dell’uso di pesticidi entro distanze considerevoli da abitazioni, scuole, aree giochi, asili, ospedali;
- agli Stati membri di incrementare gli investimenti verso pratiche che impediscano la contaminazione delle acque profonde e di superficie;
- alla Commissione di intraprendere un’azione incisiva contro gli Stati che abusano sistematicamente della deroga al divieto di utilizzo dei pesticidi neonicotinoidi (dannosi per gli insetti impollinatori);
- alla Commissione e agli Stati membri di garantire che il principio “chi inquina paga” sia pienamente attuato ed effettivamente applicato per la protezione delle risorse idriche.
Fonte: ARPAT
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