E’ in pieno svolgimento l’operazione “Confine illegale” con controlli a mare e a terra nelle province di Grosseto, Siena e Arezzo. Coinvolti anche i ristoranti e i mercati.
PORTO SANTO STEFANO (Gr) – L’Ufficio Circondariale Marittimo di Porto Santo Stefano, sotto il controllo operativo della Direzione Marittima di Livorno, ha intensificato nel mese di dicembre i controlli sulla pesca. Lo scopo, reprimere le condotte illecite e tutelare i consumatori con verifiche mirate alla qualità, lo stato di conservazione, la provenienza e la tracciabilità dei prodotti ittici, il cui consumo aumenta notevolmente durante le festività di fine anno.
L’operazione “Confine illegale” va quindi ad aggiungersi alle operazioni “Euribia” e “Alalunga”, che negli ultimi mesi dell’anno hanno visto impegnati 84 militari a terra e in mare con 16 mezzi terrestri e 9 motovedette. La costante attività di controllo svolta dagli uomini della Guardia Costiera di Porto Santo Stefano ha interessato le province di Grosseto, Siena e Arezzo e la zona di mare compresa tra Punta Ala e Capalbio. I controlli hanno riguardato non solo i pescherecci, ispezionati sia in mare durante che in porto al momento dello sbarco del pescato, ma anche le unità da diporto per la pesca sportiva.
Intensificate anche le ispezioni a terra presso grossisti, pescherie, mercati ittici, venditori ambulanti e ristoranti. Complessivamente 124 controlli a unità da pesca, 49 a diportisti e pescatori sportivi, 44 a mercati e pescherie e 53 a ristoranti. A conclusione delle operazioni sono stati elevate 10 multe con sanzioni per i trasgressori pari a 19.766 euro totali, 3 sequestri amministrativi di attrezzi da pesca vietati o utilizzati in zone di mare non consentite e 6 sequestri di pesce per un totale di oltre 60 kg.
Di particolare importanza per la tutela dell’ambiente e della salute dei consumatori sono risultate le ispezioni a due ristoranti etnici della provincia di Grosseto, che conservavano nelle celle frigorifere pesce privo delle etichette e della documentazione obbligatoria per la tracciabilità della filiera e il ritrovamento presso la spiaggia della Feniglia, a 20 metri dalla battigia, di una rete da posta di circa 300 metri utilizzata fraudolentemente da pescatori sportivi.
Fonte: Guardia Costiera
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