Da ieri i pescatori non dovranno più pagare per i rifiuti raccolti in mare. Ora gli Stati membri sono obbligati ad adeguare i loro ordinamenti.
L’Europa ha adottato il progetto toscano Arcipelago Pulito e l’ha reso una direttiva obbligatoria per tutti gli Stati membri.
Da ieri (venerdì 15 marzo) infatti i pescatori che portano a terra i rifiuti finiti accidentalmente nelle reti non ne diventano più automaticamente produttori e non sono più costretti a ributtarli in mare per non assumersene la responsabilità e i costi di smaltimento. Ora li potranno raccogliere senza rischi, contribuendo a ripulire i mari da plastiche e scarti di ogni genere. Sta scritto nella direttiva europea sugli impianti portuali di raccolta per il conferimento dei rifiuti delle navi, che ha ricevuto ieri il via libera dal Parlamento europeo.
Forse era anche un po’ l’uovo di Colombo, ma nessuno ci aveva posto attenzione fino a un anno fa. L’ha fatto la Regione Toscana che a marzo del 2018 ha lanciato il progetto sperimentale “Arcipelago Pulito“, il cui grande pregio sta nell’aver creato una filiera completa del rifiuto che va dalla raccolta all’analisi e trattamento e, quando possibile, al recupero. Il primo progetto del genere in Italia e in Europa.
L’esperimento è stato condotto nel braccio di mare davanti a Livorno con il coinvolgimento di una cooperativa di pescatori ma anche di Legambiente, Guarda Costiera, Autorità portuale del Mar Tirreno Settentrionale, Unicoop Firenze, società Labromare che gestisce la raccolta dei rifiuti e Revet che li ricicla.
Dopo i primi quattro mesi la sperimentazione è stata prorogata per altri quattro. E nei primi sei mesi, da aprile a settembre, i sei pescherecci impegnati hanno raccolto oltre 18 quintali di rifiuti. In mare si può trovare di tutto: ad aprile, in una delle prime uscite, i pescatori di Livorno tra sanpietri e sugarelli, scampi, qualche sardina, rombi e un polpo tirarono su con le reti a strascico non solo bottiglie di plastica, fascette, sacchi e buste, ma anche lo sterzo di un motoscafo, una vecchia tanica e una torcia da sub. Oggetti a volte quasi nuovi, altri a pezzi, molti incrostati dal tempo e dalle conchiglie.
“Se moltiplichiamo questo dato, raggiunto con sole sei barche impegnate, per tutti i pescherecci presenti in Italia – sottolinea l’assessore regionale Vittorio Bugli – ben possiamo comprendere il contributo che allargare questo progetto potrà dare alla salvaguardia dell’ambiente e allo sviluppo di un’economia collaborativa“.
In questi giorni la Regione è impegnata ad ampliare Arcipelago Pulito oltre i confini livornesi. “Adesso, come avevamo richiesto da tempo – continua Bugli – ci aspettiamo che il Governo faccia velocemente la legge che aveva promesso e dia ancora maggiore impulso a questa pratica“.
Il progetto toscano era stato presentato a fine giugno a Bruxelles al Parlamento europeo. L’iniziativa era stata organizzata assieme alla deputata Simona Bonafè, che ha poi presentato l’emendamento accolto nella direttiva che ha raccolto il sì dell’assemblea dell’Unione. Adesso la parola passa agli Stati membri, che la dovranno recepire nei loro ordinamenti.
Fonte: Regione Toscana
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