Stefania Saccardi: “Dal riuso grandi opportunità ma serve collaborazione, i pescatori non possono essere lasciati soli nella difesa del mare”.
Redazione
Nel porto di Livorno isole ecologiche per il recupero delle reti da pesca dismesse; i gusci delle arselle riutilizzati sia in agricoltura, sia per farne reti, nasse e attrezzi da pesca da reintrodurre in mare in alternativa a quelli di plastica, piombo e terracotta. Materiali che vengono dal mare e al mare ritornano descrivendo un cerchio perfetto.
Sono le due azioni pilota in cui è impegnata la Regione Toscana nel progetto transnazionale PRi.S. Ma-MED, finanziato dall’Unione Europea, che vede coinvolte anche la Regione Liguria, capofila, la Regione Sardegna, la Corsica e altri enti pubblici e istituti di ricerca.
Obiettivo del progetto: cambiare la gestione dei rifiuti e scarti da pesca, acquacoltura e diporto nei porti commerciali adottando uno speciale Piano basato sul loro recupero e riutilizzo, e dunque sull’economia circolare.
PRi.S. Ma-MED nasce per rimediare alla mancanza, o comunque alla forte carenza di spazi per lo stoccaggio e lo smaltimento dei rifiuti nei porti, per non parlare dell’assenza totale di riutilizzo della frazione organica. E si rivolge a pescatori, acquacoltori, diportisti, autorità portuali ed enti gestori.
“Vogliamo introdurre buone pratiche e l’economia circolare anche nel settore della pesca per renderlo sostenibile e attento all’ambiente – spiega la vicepresidente e assessore regionale all’Agroalimentare Stefania Saccardi – Al termine dei progetti pilota verranno condivisi protocolli di buone prassi destinati a operatori, enti locali, autorità portuali per la corretta gestione delle reti dismesse, da una parte, e per il riutilizzo degli scarti di pesca e acquacoltura e frazione inorganica molluschicoltura dall’altra“.
Questo il cronoprogramma del progetto: dopo una prima fase di monitoraggio e classificazione dei rifiuti si passerà alle azioni pilota che riguardano, come si è detto, la gestione e lo smaltimento e l’allestimento di isole ecologiche. Poi toccherà all’economia circolare con il recupero di scarti organici, reti dismesse e frazione inorganica derivante dalla molluschicoltura.
“Il riuso del materiale di scarto e dei rifiuti offre grandi opportunità – aggiunge Saccardi – e d’altra parte è fondamentale proteggere il mare con azioni più sostenibili. Ma tutto questo può essere fattibile solo a condizione che ci sia una legislazione nazionale adeguata e una grande collaborazione tra i diversi soggetti interessati, a partire dalle Regioni e dalle autorità portuali fino ai pescatori, che non possono essere lasciati soli nell’azione di difesa del mare”.
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