Non sono in gioco solo vite umane ma anche la devastazione generale del territorio e della natura. Oggi manifestazioni in molte città italiane.
di Sandro Angiolini
La notizia della settimana in campo ambientale è, purtroppo, l’invasione dell’Ucraina da parte delle forze armate russe.
Sì, perché non sono solo in gioco vite umane, di civili e di militari, ma anche la devastazione generale del territorio e della natura. E tutto questo non solo nell’ambito dell’Ucraina. Gli impatti concreti sulla gestione delle risorse ambientali e sui nostri modelli di vita derivanti da questa tragedia umana si estenderanno anche a noi Europei, sotto varie forme. Vediamone alcune:
– la presumibile riduzione del flusso di gas e altri fonti di energie fossili dalla Russia verso l’Europa potrebbe accelerare la transizione verso economie più verdi basate sull’espansione di energie rinnovabili (solare, eolico, risparmio energetico, etc). Ma potrebbe anche ritardarla nel caso si dovesse ricorrere a un maggiore uso del carbone presente soprattutto in alcuni Paesi dell’Est Europa. L’Unione Europea ha perciò di fronte una sfida enorme, sia in termini di programmazione che di adozione di nuove tecnologie, che di modelli di uso dell’energia. Una cosa è certa: una maggiore integrazione nella gestione delle reti già esistenti di distribuzione dell’energia, e in quelle dei trasporti (per es. via treno e via mare) sarebbe in grado di conseguire risparmi notevoli, a beneficio di cittadini e di imprese, senza bisogno di ampliare eccessivamente l’esplorazione di nuove risorse nel nostro sottosuolo;
– il rialzo generalizzato dell’inflazione che si attende colpirà la qualità della vita delle fasce più deboli della popolazione, che tenderà a risparmiare, per esempio, nel consumo di alimenti, privilegiando quelli a più basso costo e meno in grado di sostenere la loro salute. Questo potrebbe far aumentare in modo significativo la spesa sanitaria complessiva;
– gli Stati, concentrati sulla doppia emergenza energetico-economica, tenderanno molto probabilmente a diminuire la spesa e gli investimenti per il controllo e la tutela di aree protette e della qualità delle principali matrici ambientali (acqua, aria, suolo). Di nuovo, questo potrebbe pregiudicare la salute delle persone e far aumentare la spesa sanitaria di medio-lungo periodo. Ma soprattutto rischierebbe di farci perdere per sempre le specie animali e gli ambienti più preziosi che ci sono rimasti.
Non c’è una via d’uscita facile e unica per fronteggiare queste sfide. Mentre continuo a sperare che questa tragedia possa avere presto fine, credo che dovremo prepararci ad adeguare fortemente i nostri comportamenti individuali e i nostri modelli di produzione, cosa che già la pandemia stava spingendoci a fare. Ultima nota: oggi, sabato alle 16.30, in molte città italiane ci saranno manifestazioni per la Pace che vedranno la partecipazione anche di varie associazioni ambientaliste (in primis Legambiente).
OLTRE LA SIEPE è una rubrica settimanale che parte da eventi/notizie relative all’ambiente e all’economia su scala nazionale o internazionale per riflettere su come queste possono impattare sulla scala locale e regionale toscana.
Sandro Angiolini – Figlio di mezzadri, è agronomo ed economista e ha conseguito un Master in Politiche Ambientali presso l’Università di Londra (Wye-Imperial College). Ha scritto numerosi articoli sui temi dello sviluppo rurale e sostenibile e tre libri sull’agriturismo in Toscana. Per 29 anni funzionario presso amministrazioni pubbliche, svolge attualmente attività di consulente economico-ambientale e per lo sviluppo rurale integrato, in Italia e all’estero, oltre a varie iniziative formative e di comunicazione. È fortemente impegnato nel settore del volontariato ambientale e culturale.
Aggiungi un commento