Al congresso organizzato dall’Associazione Europea per i Servizi del Tessile le più importanti aziende europee hanno presentato i loro progetti sostenibili.
Redazione
ROMA – Al congresso organizzato dall’Associazione Europea per i Servizi del Tessile (ETSA) l’11 e il 12 maggio a Roma hanno partecipato molte delle più importanti aziende del settore. L’obiettivo era discutere di green economy, sfide future, Green Recovery, modelli di circolarità e sostenibilità dei progetti. Quello del tessile è un settore in fermento dopo che, il 30 marzo scorso, la Commissione europea ha pubblicato la tanto attesa strategia dell’Ue per la sostenibilità del tessile e dal 1° gennaio 2022 la raccolta differenziata dei rifiuti tessili è diventata obbligatoria in Italia con il decreto legislativo n. 116/2020.
L’industria del tessile per la ristorazione e quella dei servizi alla persona, così come il mondo delle lavanderie industriali, è di nuovo al centro dell’attenzione dopo che uno studio del 2013, finito un po’ nel dimenticatoio e riapparso solo di recente alle cronache, ha evidenziato i vantaggi ambientali del tessile contro il monouso e l’usa e getta. Nelle ultime settimane la Green Collection di Tessiture Lamperti è entrata a far parte dei Prodotti Rifiuti Zero dell’anno e non può essere più sottovalutato che organizzazioni importanti come Zero Waste Italy e Zero Waste Europe hanno messo l’attenzione sulle politiche del riuso, del riciclo, del riutilizzo e del risparmio di risorse naturali ed energetiche anche nel settore tessile.
Al congresso di Roma un importante segnale in questo senso è arrivato con gli ETSA Awards, i premi dedicati ai progetti innovativi, sostenibili e di responsabilità sociale. Tra le nomination di ETSA il progetto Carrington Textiles’ Hawksbill and Orca ha visto venire alla luce i primi tessuti per abbigliamento da lavoro con un poliestere che si biodegrada. In questo progetto la Carrington Textiles collabora con le lavanderie per ridurre al minimo l’inquinamento da microplastiche e l’accumulo di tessuto. Il progetto SMARTPack – Tessuti riutilizzabili e componenti usa e getta in un set per sala operatoria di Salesianer si è focalizzato invece sul minor quantitativo di imballaggi da utilizzare e smaltire.
Dirk Vantyghem di Euratex ha assegnato il premio per la leadership sostenibile e il riciclo a Hr Björkmans Entrémattor, membro svedese di ETSA, che ha brevettato un nuovo sistema di riciclaggio dell’acqua che permette il riciclo del 98% dell’acqua sporca e usata del bucato con un risparmio di circa 16 milioni di litri all’anno, l’equivalente di 6,5 piscine olimpioniche. Il progetto Klopman’s Superbandmaster Circular parte dalla raccolta di abiti e tessuti alla fine del ciclo di vita e li ricicla per generare nuove fibre, consentendo di rimettere sul mercato nuovi tessuti con una quantità crescente di fibra riciclata.
Con il progetto Textile Recycling, Lindström ha fissato l’obiettivo di riciclare il 100% dei suoi rifiuti tessili entro il 2025 mentre con il progetto Blacksburg Cogeneration Milliken genera energia elettrica on-demand in loco dal gas naturale anzichè acquistare elettricità attraverso la rete esistente e cattura il calore “rifiuto” dalla generazione di elettricità da utilizzare per generare vapore ad alta efficienza. Anche Rentokil Initial con il progetto Recyclage Textile si è data l’obiettivo finale di riciclare il 100% della biancheria piana usata e degli indumenti a fine vita entro il 2025.
Sono stati quindi molti i progetti sostenibili presentati a Roma, con ETSA che ha voluto dare un segnale chiaro invitando persino uno scienziato di prestigio del calibro di Stefano Mancuso, fondatore della Neurobiologia vegetale e direttore del Laboratorio internazionale di Neurobiologia Vegetale (LINV, www.linv.org).
Sui risultati del congresso interviene l’ingegner Raffaele Tarchiani, professionista del settore lavanderie industriali: “ETSA ha profuso un enorme sforzo per indirizzare, in modo condiviso con gli associati, il settore tessile verso l’economia circolare e ha sposato le tematiche discusse perché ha preso un impegno voluto dall’Unione Europea. Anche se purtroppo Assosistema, unica compagine italiana in Etsa, non ha fatto interventi significativi, segno evidente che non ha nulla da dire di ambientalmente significativo per il settore”.
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