Scarsa manutenzione e vecchie soluzioni logorate dal tempo. Occorrerebbe rivisitare il magico mondo del burattino di Collodi con formule espressive al passo con i tempi.
di Italo Mariotti
Presidente Italia Nostra/Valdinievole
PESCIA (Pt) – A due passi da Pescia, unica vera città storica della Valdinievole, si trova Collodi, un piccolo centro noto per aver dato lo pseudonimo all’autore di Pinocchio, Carlo Lorenzini. Il borgo è di per sé fascinoso: l’impianto urbanistico si sviluppa a “cascata” in ripida pendenza lungo i primi declivi dell’Antiappennino toscano e termina con l’imponente villa Garzoni e il suo scenografico giardino barocco.
In questo luogo sembra essere stata ambientata la celebre fiaba che fino ad oggi vanta circa 200 edizioni ed è tradotta in molte lingue. Solo qui si poteva dunque edificare un Parco che la ricordasse e facesse ripercorrere i suoi momenti salienti. L’idea del progetto, realizzato in più di 30 anni, venne nel 1951, in occasione del settantesimo anniversario della pubblicazione del libro, al sindaco del paese Rolando Anzillotti, che costituì il Comitato per il Monumento a Pinocchio e in seguito fu il primo presidente della Fondazione nazionale Collodi, Fondazione a cui sono legate le sorti del Parco e non solo.
È qui che ogni anno oltre centomila bambini con le loro famiglie, provenienti da più continenti, visitano il parco ripercorrendo le avventure del burattino.
Da tempo c’è un’idea progettuale per un grande Parco che risponda al successo conosciuto dalla fiaba: doveva essere posta la prima pietra nel 2007, ma come scrivevo l’anno precedente (2006, Mariotti)1 siamo in terra di Pinocchio e a ogni promessa fatta, al Burattino si allunga il naso.
Italia Nostra, associazione privata (ma con finalità pubbliche), si è data come mission la tutela, la promozione, valorizzazione e fruizione dei beni culturali e naturali del Paese.
La sezione Valdinievole di Italia Nostra, da poco ricostituita, si sta impegnando per individuare criticità e segnalarle agli organi competenti, allo scopo di sostenere azioni per valorizzare le eccellenze presenti sul territorio.
Ecco alcune osservazioni pervenute:
- Il Parco nella parte dedicata alle attività per i bambini si presenta poco attraente, le diverse strutture mancano di manutenzione e danno un’immagine di una qualche trascuratezza. Anche le attrezzature di gioco, peraltro limitate, possono andar bene per un qualunque giardino pubblico, ma non hanno quella coerenza che riterremmo opportuna per il tema del parco.
- Le giostre di modernariato si comprendono in relazione al percorso storico ma appaiono un po’ trasandate e soprattutto deludono i bambini
- Il personale dovrebbe essere più interessato alla relazione con i bambini e sollecitare maggiore interazione e comunque stimolare un clima di allegria”.
Consapevoli dell’importanza di questo luogo speciale abbiamo pensato a una verifica diretta da mettere in atto con esperti del settore. È così che il 28 agosto abbiamo visitato il Parco accompagnati dalle pedagogiste dell’associazione Crescere (PT), le professoresse Annalia Galardini, Sonia Iozzelli, Roberta Beneforti, e abbiamo avuto conferma di quanto da più parti segnalato.
Certamente per proporre un Parco rispondente alla fama che il Burattino ha nel mondo occorrerebbero investimenti non indifferenti, che la crisi economica rende difficile reperire. Ma in attesa di tempi migliori, intanto crediamo possibile migliorare, rendere più attraente ed efficacemente fruibile questo luogo così rinomato e ricercato da tanti bambini.
A tal fine, abbiamo chiesto alle nostre collaboratrici di segnalarci quali interventi a loro parere potrebbero migliorare il contesto del Parco, ovviamente con costi/benefici significativi.
Prima proposta
Dare forma più tangibile all’immaginazione dei bambini, che hanno bisogno di luoghi e di eventi capaci di far emergere le numerose e suggestive avventure di Pinocchio. Perciò rinnovare la cura progettuale di spazi e di modalità espressive al passo con i tempi. È vero che può essere sufficiente un naso che si allunga o un cappello da Fata Turchina per attivare fantasie e viaggi immaginari, ma il mondo di Pinocchio dovrebbe poter essere letto, vissuto e ‘giocato’ nella sua forte e complessa energia ludica.
Tanti oggi sono gli esempi di parchi per bambini, davvero esemplari per come sanno garantire ai bambini immersioni di gioco e di sano divertimento: il senso della paura, il piacere della disobbedienza (il no invece che il sì), il girovagare senza meta, la bugia con il suo fascino di disobbedienza all’autorità dell’adulto: insomma elementi evocativi che avrebbero bisogno di menti progettuali innovative per garantire una rivisitazione efficace del Mondo di Pinocchio.
Un sottofondo musicale dovrebbe accompagnare il percorso per sottolineare le diverse emozioni (imperdibile e inevitabile).
In effetti, ciò che abbiamo rilevato è un insieme di vecchie soluzioni, logorate dal tempo, ormai oggetti che sanno più del disuso che del richiamo accattivante per i piccoli visitatori.
Seconda proposta
Pinocchio dovrebbe avere più centralità con le sue avventure, richiamando il protagonismo dei bambini attraverso sapienti formule interattive.
A questo fine il ‘Teatro dei burattini’ corrisponderebbe molto bene con efficaci affabulazioni. Le attuali, per il nostro contatto, ci sono invece sembrate un po’ ovvie e legate a un quotidiano ben lontano dal clima di avventura, di suspence e di comicità di cui sono ricche le pagine di Pinocchio. Un’alleanza con tradizionali teatri di burattini, come quello dei Pupi siciliani, potrebbe ridare vigore e interesse a un programma per un pubblico più vasto.
Anche la stessa struttura del teatrino richiederebbe una rinnovata manutenzione, come il vagone del trenino. Di fronte al ‘luccicare’ del mondo dei giocattoli attuali non si può che rimanere delusi e dispiaciuti nell’impatto con il contesto attuale.
Terza proposta
Le mostre che accompagnano la visita al parco ci sono sembrate prevalentemente rivolte a un pubblico adulto, per cui l’invito è quello di progettare esposizioni che si rifanno alle avventure di Pinocchio, ma anche al mondo della letteratura per l’infanzia che di personaggi ‘epici’ ha lunga e consolidata tradizione.
È perciò il caso di pensare a mostre giocate sulle modalità interattive e chiaramente con video e animazioni che si possono avvalere delle tecnologie più avanzate. Il tasto ‘touch’ è ormai acquisito dai bambini fin da tenera età.
Italia Nostra/Valdinievole sollecita perciò un forte impegno in questa direzione. La Fondazione nazionale Collodi da cui dipendono le sorti del Parco e tutti gli enti ad essa collegati e che hanno a cuore l’infanzia non possono sottrarsi a un impegno rinnovato per la migliore fruizione di questo bene prezioso.
1 I. Mariotti, C’era una volta il turismo scolastico: la Valdinièvole, terra da scoprire, Rivista dell’Istruzione, n.5/2006 Maggioli Editori, Rimini.
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