I comitati critici su inquinamento, privatizzazione del servizio idrico, cementificazione, fanghi industriali e antenne radio.
Redazione
PRATO – Comitati e movimenti riuniti nell’Osservatorio ambientale di Prato hanno appena protocollato oltre 300 firme di cittadine e cittadini che chiedono risposte sugli impegni presi dal Comune di Prato in merito alla Dichiarazione di emergenza climatica sancita nel settembre 2019 dal Consiglio comunale.
Oltre a non aver ridotto le emissioni inquinanti, che avrebbero dovuto essere decurtate del 20% entro il 2020, secondo gli attivisti sono molte le “promesse vane” quali “la realizzazione della pista ciclabile in via Roma, la riduzione di veicoli inquinanti nelle ZTL, la sostituzione del parco macchine delle partecipate con mezzi elettrici, così come l’insignificante ripiantumazione a fronte di disastri ambientali come la bufera del 2015 e gli abbattimenti scriteriati per fare parcheggi. Analogamente la privatizzazione del servizio idrico, che aziende quotate in borsa sfruttano per fare profitto su un diritto essenziale alla vita, sperpera soldi dei contribuenti in una gestione disastrosa e fra le più care d’Italia, in spregio al referendum del 2011″.
“In contraddizione con l’approccio green dichiarato dal Comune per l’abbattimento di CO2 – continuano i comitati – prosegue una massiccia cementificazione, l’ulteriore ingolfamento di fanghi industriali con l’inceneritore a Baciacavallo – a poca distanza da una scuola elementare e in un contesto residenziale-, le indiscriminate installazioni di antenne radio base (di cui 43 per il 5G) con l’aumento dell’impatto sulla salute pubblica e sull’ambiente”.
Fra le tante questioni ambientali che l’Osservatorio vuol portare all’attenzione di consiglieri e assessori si parla anche dell’impatto dei progetti cantierizzati sull’ecosistema del territorio, del rilancio del progetto di Parco agricolo della Piana, dell’impegno concreto per la neutralità del degrado del suolo e del ripristino di terreni degradati o disboscati, ad esempio con piantumazioni straordinarie in zone confiscate in quanto ex-discariche abusive.
Per gli attivisti poi “è curioso che l’amministrazione comunale dichiari di aver condiviso in modo partecipato le proposte del Next Generation Prato e l’attrazione dei fondi del PNRR quando dallo scorso gennaio abbiamo protocollato più volte la richiesta di audizione indirizzata a sindaco, assessore all’Ambiente e presidenza della commissione preposta ma senza alcuna risposta, fino a vederci costretti a lanciare una campagna di raccolta firme, ricorrendo al regolamento comunale sulla partecipazione, che fortunatamente impone questo tipo di confronto qualora la cittadinanza sottoscriva richieste precise”.
“Viene da chiedersi insomma se nel documento di attrazione delle risorse del PNRR – eccezion fatta per tre proposte, come tramvia, textileHUB e riforestazione – si riesca a immaginare una mobilità e un sistema di smaltimento di rifiuti davvero ecocompatibili e alternativi – conclude l’Osservatorio – oppure se l’amministrazione intenda ricorrere ancora a opere obsolete come l’inceneritore e l’ampliamento dell’A11, ulteriormente impattanti su una Piana già molto ingolfata e dove invece sembra del tutto accantonato il progetto di Parco agricolo come elemento regolatore della biodiversità dell’area”.
E’ possibile consultare il dossier completo.
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