La Toscana del settore ortofrutticolo biologico può svolgere un ruolo di primo piano, ma ha bisogno di una maggiore organizzazione tecnico commerciale e di innovazione nei processi produttivi.
FIRENZE – Alcuni dei principali risultati delle innovazioni subito trasferibili per l’ortofrutta biologica toscana sono stati presentati alcuni giorni fa all’Educatorio del Fuligno durante il convegno finale del progetto “Tecno innovazioni per la valorizzazione sostenibile del bio toscano – 4 Bio”, finanziato dalla Regione Toscana nell’ambito del Piano di Sviluppo Rurale 2014-2020
La filiera dell’ortofrutta fresca è uno dei segmenti più delicati dell’alimentare, perché dal campo alla tavola i prodotti non solo devono arrivare in perfette condizioni igienico-sanitarie, ma devono anche mantenere quelle caratteristiche organolettiche e nutrizionali che influiscono sulla scelta del consumatore. La Toscana può svolgere nel settore ortofrutticolo biologico e di qualità un ruolo di primo piano, ma – è stato spiegato – il settore primario ha bisogno di una maggiore organizzazione tecnica commerciale e di innovazione nei processi produttivi.
Il progetto ha visto direttamente impegnate alcune aziende agricole di diverse Province della Toscana, dove si sono svolte le prove sperimentali per testare direttamente i risultati ottenuti. Tra i risultati più importanti, la messa a punto di un sistema informatico per la gestione dei dati lungo la filiera, che ha permesso di redigere dei bollettini di produzione biologica a supporto tecnico delle aziende agricole. Sono state messe a punto anche altre funzionalità che, attraverso l’informatizzazione delle operazioni in campo e una mappatura dei singoli appezzamenti, possono portare ad avere la storia agronomica di ciascun lotto.
E ancora, la sperimentazione si è focalizzata su tre tematiche molto importanti: la fertilizzazione, il risparmio idrico e la difesa: lo sviluppo e l’adozione di nuove tecniche possono portare a un risparmio di concimi, a un minor consumo di acqua e a una migliore difesa dai parassiti, combinando mezzi agronomici e chimici.
Tra gli altri risultati presentati, oltre a un manuale tecnico per i produttori biologici, le indicazioni sulle modalità di conservazione dei prodotti biologici e sul controllo di qualitàattraverso analisi sensoriali per valutare gli effetti della conservazione di alcuni prodotti tipici toscani. Da segnalare anche uno studio per ottimizzare la logistica dei trasporti sui mercati nazionali, europei ed extra-europei, che ha evidenziato come i mezzi elettrici sul mercato locale e l’uso combinato di mezzi di trasporto per i mercati lontani possano portare a risparmi nelle percorrenze e nelle emissioni di CO2 garantendo una maggiore sostenibilità.
Fonte: Legacoop Toscana
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