Una risposta a filiera corta con materie prime biologiche “made in Tuscany”. Il progetto è finanziato dalla Regione e coordinato dall’Università di Pisa.
RAPOLANO TERME (SI) – Produrre omogeneizzati di carne, verdura e frutta biologici a km zero e con materie prime tutte toscane è l’obiettivo del progetto Peter Baby Bio, appena partito sotto il coordinamento scientifico dell’Università di Pisa e finanziato dalla Regione Toscana.
“Lo scopo è di mettere a punto alimenti per l’infanzia che siano innovativi per le metodologie di produzione, la tracciabilità delle materie prime, le caratteristiche nutrizionali e la sicurezza alimentare”, ha spiegato Marcello Mele, responsabile scientifico del progetto e professore del dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali dell’Università di Pisa.
Il progetto punta a fornire una risposta “a filiera corta” al dibattito relativo all’origine delle materie prime da cui sono ricavati gli omogeneizzati attualmente in commercio, e alla possibile presenza di inquinanti. Forte di una documentata esperienza nei sistemi di produzione da agricoltura biologica, l’azienda agricola Podere Pereto a Rapolano Terme, in provincia di Siena, produrrà gli omogeneizzati a km 0 “made in Tuscany” Peter Baby Bio e svolgerà il ruolo di capofila nell’ambito del progetto.
La consulenza dietistica per le ricette degli omogeneizzati sarà fornita dall’equipe del professor Giovanni Federico, pediatra del dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale dell’Università di Pisa. “Testeremo gli alimenti, anche per la gradevolezza al gusto, prima e dopo la trasformazione – ha aggiunto Marcello Mele – per valutare il mantenimento delle proprietà nutrizionali originali e l’assenza di sostanze inquinanti e o tossiche, anche generate durante il processo di trasformazione”.
Le analisi saranno condotte nei laboratori dell’Università di Pisa, dell’Università di Siena e dell’Università di Bologna. Il coordinamento delle attività tecniche sarà curato da Alice Pollicardo, agronoma dello Studio di Agronomia BioProject, Monteroni D’Arbia di Siena.
Fonte: Università di Pisa
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