Ne fanno parte anche il neurobiologo Stefano Mancuso, il climatologo Roberto Buizza e l’ex ministro Edo Ronchi. Subito il bilancio annuale delle emissioni in entrata e in uscita.
di Marcello Bartoli
Rendere la Toscana un territorio a emissioni zero entro il 2030 avvalendosi della collaborazione dei migliori cervelli sulla piazza. Con quest’ambizioso obiettivo si è insediato ieri il comitato scientifico della strategia “Toscana Carbon Neutral”. Ne fanno parte il neurobiologo vegetale Stefano Mancuso, il climatologo Roberto Buizza, l’economista Marco Frey, i docenti esperti di energia Romano Giglioli e Alessandro Sbrana e l’ex ministro dell’Ambiente Edo Ronchi.
Compito degli scienziati, mettere a disposizione della Regione il proprio know how e suggerire soluzioni per rendere la Toscana al più presto in grado di non produrre anidride carbonica in più di quanta ne assorbe. Come si presenta il bilancio economico ogni anno, così si presenterà adesso anche il bilancio dei gas climalteranti in Toscana: una rendicontazione annuale della capacità di ridurre le emissioni di CO2 da una parte e assorbire quella presente in atmosfera dall’altra.
Primo passo sarà la costituzione di un Osservatorio permanente che, sulla base di una metodologia che dovrà essere sviluppata dal mondo della ricerca toscano, oltre a fornire strumenti in grado di valutare gli impatti delle politiche in termini di riduzione delle sostanze climalteranti, avrà il compito di monitorare le emissioni ed elaborare il bilancio emissivo.
“Con l’insediamento di questo comitato scientifico vogliamo programmare un piano di azioni concrete con cui raggiungere il traguardo di una Toscana carbon neutral al 2030 – ha detto il presidente della Regione Enrico Rossi – Ci sono già azioni in corso, altre ne faremo. Per dare concretezza a questo obiettivo abbiamo deciso di orientare in tal senso anche l’utilizzo dei nuovi fondi europei 2021-2027: la sfida è quella di introdurre il concetto di neutralità delle emissioni in tutti i settori dell’economia e della società, dall’agricoltura all’impresa fino alla formazione”.
Chi ha le idee molto chiare su come assorbire l’anidride carbonica presente in atmosfera è Stefano Mancuso: piantare più alberi. “Usiamo le piante – ha detto lo scienziato – e mettiamole al centro di un grande progetto di ampliamento delle foreste, soprattutto quelle periurbane. In pochi anni potremmo essere in grado di raggiungere un bilancio emissivo pari a zero”.
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