I gruppi Rifiuti Zero sono prodighi di buoni consigli per la vita quotidiana, dai saponi autoprodotti alle copertine di stoffa per libri e quaderni.
di Laura Lop
Può capitare di pensare di fare salti temporali, a me succede, ad esempio, quando leggo i commenti dei gruppi sui social che si adoperano per ridurre i rifiuti.
Premetto che seguo questi spazi virtuali con interesse; in genere si rivelano utili per confrontarsi e anche sostenersi in battaglie che comunemente non sono sentite.
E’ il popolo definito degli “estremisti”, dei “paranoici”, di quelli che “vogliono decrescere e tornare all’età della pietra” solo perché dubitiamo delle conquiste moderne quando coincidono con le squilibrate regole consumistiche che imbrattano il pianeta.
Ogni iscritto può pubblicare post in materia di riduzione, riuso e riciclo, le tre R dell’economia circolare, mostrando i risultati raggiunti oppure chiedendo suggerimenti.
Si dibatte di necessità quotidiane, passano pizzini con ricette per ogni intruglio destinato all’igiene personale e alle pulizie di casa, consigli per la sostituzione di articoli fatti con materiali più ecologici, dritte sui negozi di sfuso, racconti di esperienze di viaggi, di vita e recensioni.
A muoverci, sempre la stessa forza motrice: trovare modi per ridurre i rifiuti che generiamo. Semplificare i consumi, fare la spesa con cura, imparare ad autoprodursi il cibo nell’orto, le marmellate, il sapone, riutilizzare gli oggetti… questi sono i mantra quotidiani.
“Sto aprendo una struttura ricettiva, avete consigli per renderla eco-friendly?” E giù con decine di suggerimenti che ho imparato non essere mai scontati: zuccheriere anziché bustine monodose, tovaglie di stoffa, fornitori locali e che adottino il vuoto a rendere, bevande alla spina, compostiere nei cortili, luci a led, getti d’aria anziché salviette nei bagni.
“Vorrei evitare la classica borsa dell’acqua calda di gomma, voi che usate?” Ed eccoci tornare a semplici rimedi naturali come sacchetti di stoffa riempiti con noccioli o pula da scaldare in forno o raffreddare in freezer a seconda del malessere da curare. Tra questi post ho scoperto l’efficacia degli impacchi con il sale grosso riscaldato, toccasana per i dolori articolari e per l’energia vitale tenendo l’impacco all’altezza dei nostri reni.
Seguo con particolare attenzione i racconti che riguardano le feste, specie quelle all’estero dove la cauzione delle stoviglie è consolidata, arginando così l’utilizzo del monouso. Oppure le azioni tipicamente da attivista di chi si porta i propri contenitori da casa per fare la spesa, di chi si attacca le etichette sulle mani anziché sulle shopper perché poi l’etichetta va ristaccata e smaltita nell’indifferenziato, di chi tiene in borsa il proprio kit-apparecchiatura per le uscite alle sagre e il proprio shampoo solido quando viaggia.
“Che cosa usate per lavare i piatti?” Luffa, spugne di cotone naturale, acido citrico.“Esistono cotton fioc riutilizzabili? Filo interdentale non plastificato?” Sì, ecco i link dove trovarli.
Ma se questa settimana ho deciso di parlare dei gruppi social Rifiuti Zero il merito è di una discussione nata nel periodo che precede il rientro a scuola, periodo in cui si fa scorta di libri e strategie organizzative.
“Suggerimenti per evitare le merende confezionate?” Una prevedibile pioggia di commenti, geniali idee di racchiudere le merende in scatoline che si ispirano nella forma alle accattivanti happy meal dei fast food ma scegliendo un sano contenuto di frutta secca, verdure crude, formaggio, con tanto di regalino da scartare.
E, dulcis in fundo: “Come posso evitare le copertine plastificate che foderano libri e quaderni?”
Magari vanno cercate con il lumicino, ma ancora ci sono mamme e nonne che si mettono a cucire deliziose copertine di stoffa e feltro, con tanto di tasca per sostituire le etichette.
Può darsi che possa apparire anacronistico e perditempo, ma provate a paragonare una fredda copertina di plastica con una copertina che ti ha fatto la nonna, chi vince ?!?
Laura Lo Presti vive sulle colline del Montalbano, circondata dalla Natura e dai suoi gatti. Attivista ambientale per passione, collabora con il Centro di Ricerca Rifiuti Zero di Capannori (www.rifiutizerocapannori.it) e con Ekoe società cooperativa (www.ekoe.org) per la commercializzazione di stoviglie e imballi ecologici.
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