Primo bilancio fornito dal Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente. Nella Regione aumentano del 30% gli sforamenti giornalieri, pressoché invariata la media annuale.
di Iacopo Ricci
Nel 2020 la qualità dell’aria in Toscana non è migliorata nonostante il lockdown, anzi gli sforamenti giornalieri del PM10 sono stati più numerosi del 30%. Stazionarie invece le medie annuali.
Il Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA) ha pubblicato un primo bilancio 2020 per le polveri fini PM10 in Toscana. I dati sono stati diffusi in contemporanea per tutte le regioni italiane.
Le polveri fini denominate PM10 (diametro inferiore a 10 µm) sono delle particelle inquinanti presenti nell’aria che respiriamo. Possono essere di origine naturale o antropica.
Gli indicatori per tutelare la salute umana indicati dalla normativa per il PM10, spiega l’agenzia ambientale, sono due:
- il numero di superamenti del limite giornaliero (50 µg/m3), che serve a valutare l’esposizione acuta a breve termine e al quale fanno riferimento sia i limiti di legge nazionali ed europei (max 35 superamenti annui) che i valori raccomandati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (max 3 superamenti annui);
- la media annuale, che indica l’esposizione a lungo termine ed è anch’essa il riferimento per i limiti normativi nazionali ed europei (massima media annuale pari a 40 µg/m3) e dell’OMS (massima media annuali pari a 20 µg/m3).
I primi dati sul PM10 in Toscana forniti dal SNPA confermano quanto rilevato negli ultimi anni: un sostanziale rispetto del limite di legge sia per il numero di superamenti giornalieri che per la media annuale. Con un’unica eccezione: la stazione urbana di fondo di Lucca Capannori, che si aggiudica ancora una volta la maglia nera in Toscana per l’inquinamento da polveri fini.
Il discorso cambia se si prendono in considerazione i valori raccomandati dall’OMS, ben più restrittivi. Qui il numero massimo di 3 superamenti in un anno è stato rispettato nel 2020 soltanto in 13 stazioni sul totale di 34, tutte appartenenti alle due zone Collinare-Montana e Costiera, mentre la media annuale è stata inferiore o uguale a 20 µg/m3 soltanto in 17 stazioni, pari al 50% delle stazioni di Rete Regionale.
Dal confronto tra gli indicatori del 2020 con quelli relativi al 2019 si nota, scrive l’agenzia ambientale, “che nel 2020 gli eventi di superamento del PM10 sono stati più numerosi del 30%, nonostante il superamento del limite si sia verificato solo in una stazione”. Neanche a dirlo, quella di Lucca Capannori.
Per quanto riguarda le medie annuali, valutate nel loro complesso e per zona, “esse sono state in linea con quelle dell’anno precedente con media regionale pari a 20,6 µg/m3 nel 2019 e 20,4 µg/m3 nel 2020”. Quindi “ben al di sotto rispetto al limite di legge, appunto per la media annuale – che è di 40 µg/m3 – che, in questo caso, corrisponde anche al valore raccomandato da non superare da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità”.
Insomma non stiamo peggio degli altri anni ma neanche meglio. Si sperava che i mesi di lockdown duro avrebbero contribuito ad abbassare l’inquinamento da polveri fini, ma almeno per il PM10 non è andata così.
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