Ennesimo episodio del genere in provincia di Pistoia. L’Associazione Produttori Apistici Toscani (Arpat): “Gesti criminali che devono essere denunciati”.
di Gabriella Congedo
PISTOIA – Non c’è pace per gli apicoltori. Come se non bastasse la morìa delle api dovuta all’uso massiccio di pesticidi, all’arrivo di nuovi parassiti (Vespa velutina), ai cambiamenti climatici, devono ora fare i conti con i furti e gli atti vandalici. Non si tratta di un fenomeno limitato a qualche zona marginale ma di un crimine che si sta espandendo in molte regioni d’Italia.
L’ennesimo atto vandalico in provincia di Pistoia contro api e apicoltori risale a pochi giorni fa ed è segnalato da Arpat (l’Associazione Regionale Produttori Apistici Toscani): un loro associato ha trovato i suoi 32 alveari, ormai pronti per l’imminente produzione di acacia, completamente ribaltati. Oltre al danneggiamento delle colonie c’è quindi un ingente danno produttivo in quanto le famiglie colpite, anche nel caso in cui non siano irrimediabilmente compromesse, difficilmente arriveranno a produrre miele nel breve periodo.
Il fenomeno dei furti di arnie, cresciuto negli ultimi anni per l’aumentato valore delle famiglie di api, tende a intensificarsi nel periodo primaverile. E’ un reato poco rischioso, di solito eseguito su commissione. In questo caso però il furto non c’è stato. Arpat ipotizza che possa essersi trattato di una qualche forma di ritorsione da parte di un concorrente geloso del lavoro altrui o convinto di essere l’unico ad avere il diritto di lavorare in quel territorio.
“Non ci stancheremo mai di rimarcare – dicono dall’associazione – come già fatto in occasioni di episodi analoghi precedenti, che il furto e il danneggiamento di materiale apistico è un gesto criminale gravemente dannoso per un’azienda: al valore del bene si deve aggiungere la mancata produzione e tutto il lavoro che viene di fatto vanificato”.
Arpat tra le altre cose offre consulenza tecnica sui migliori sistemi di antifurto per la messa in sicurezza degli apiari e, insieme alle altre associazioni apistiche toscane e con il sostegno degli uffici regionali competenti, collabora con le Forze dell’ordine. Invita perciò le vittime di questi atti criminali a segnalare i furti all’associazione per avere dati sulle aree più a rischio ma, soprattutto, a fare la denuncia alla più vicina stazione dei Carabinieri forestali.
Aggiungi un commento