Lettera aperta di Rossano Ercolini al Governo e alla ministra Azzolina: “Se questa sciagurata proposta dovesse attuarsi Zero Waste Italy promuoverà uno sciopero generale”.
di Gabriella Congedo
CAPANNORI (Lu) – Il vecchio vizio di predicare bene e razzolare male: a parole tutti per la sostenibilità ambientale ma nei fatti ogni pseudo ragione è buona per fare l’opposto. In questo caso, con il pretesto del Covid si annuncia il ritorno trionfale della plastica monouso nella refezione scolastica.
La denuncia viene da Rossano Ercolini, presidente di Zero Waste Italy, coordinatore del Centro Rifiuti Zero di Capannori nonché maestro elementare. Un signore che di queste cose se ne intende. Il riferimento è alla proposta della ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina di far servire i pasti in classe anziché negli spazi mensa per garantire il distanziamento di sicurezza. E su questo non ci sarebbe nulla da ridire, le precauzioni non sono mai troppe. Se non che la ministra raccomanda il ricorso alla monoporzione e al materiale monouso. E qui si riapre la strada al consueto scenario di vaschette, stoviglie e bicchierini di plastica contro i quali Ercolini e i suoi combattono da anni.
“Smentendo lo stesso Comitato Tecnico Scientifico che ritiene ‘residuale’ un eventuale ricorso alla monoporzione – scrive il presidente di Zero Waste in una lettera aperta al Governo e alla ministra – Lucia Azzolina vorrebbe generalizzare come norma l’usa e getta di stoviglie, vaschette e bicchierini vari di plastica (tutt’al più si fa un flebile riferimento al ‘possibilmente compostabile’)”.
Se ciò avvenisse sarebbe “un segnale inaccettabile di ripartenza di una scuola all’insegna dell’inciviltà usa e getta e della plastica, facendo strame di migliaia di messaggi bombardati sulle scuole per i quali formare i bambini all’insegna del ‘rispetto dell’ambiente’.”
Qualora questa sciagurata proposta dovesse attuarsi, tuona Ercolini, Zero Waste Italy promuoverà uno sciopero generale. E intanto invita gli oltre 300 Comuni aderenti alla strategia Rifiuti Zero a fare pressione affinché le decisioni prese siano modificate.
“Non si possono prendere in giro le nuove generazioni chiedendo loro impegno e coerenza e poi smentirle con esempi disdicevoli come la riproposizione dello spreco rappresentato dalle monoporzioni – conclude la lettera aperta – Siamo consapevoli della necessità di garantire i distanziamenti di sicurezza e della difficoltà di reperire ovunque spazi adeguati di refezione ma riteniamo che, anche nel caso in cui il pasto dovesse essere servito nelle classi, questo possa e debba avvenire nel modo consueto riconfermando il pasto a scuola quale momento qualificante della didattica”.
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