Ecosistema

Nell’Arcipelago Toscano la Pinna Nobilis rischia di scomparire per sempre

Pinne Nobilis sui fondali di Giannutri (foto di Emanuele Zendri, Legambiente Arcipelago Toscano)
Pinne Nobilis sui fondali di Giannutri (foto di Emanuele Zendri, Legambiente Arcipelago Toscano)
Un parassita alieno sta decimando dal 2017 la più grande bivalve del Mediterraneo. Ma finora, accusa Legambiente, nulla è stato fatto in Toscana per arginare la moria.

 

di Gabriella Congedo

LIVORNO, GROSSETO – La Pinna Nobilis, la più grande conchiglia bivalve del Mediterraneo, rischia di scomparire per sempre dai fondali dell’Arcipelago Toscano, ma finora nulla è stato fatto per arginare la moria.
L’allarme arriva da Legambiente Arcipelago Toscano che già nell’aprile 2019 aveva segnalato la progressiva scomparsa di questa magnifica conchiglia che può arrivare fino a un metro di lunghezza. Il killer che sta decimando le nacchere – o gnacchere come le chiamano all’isola d’Elba – è un parassita alieno, l’Haplosporidium pinnae, che è riuscito a invadere il mare dell’Arcipelago tre anni dopo il suo arrivo nel Mediterraneo occidentale.

Pinna Nobilis morta (foto Emanuele Zendri, Legambiente)
Pinna Nobilis morta (foto Emanuele Zendri, Legambiente)

Le prime segnalazioni – spiega l’associazione ambientalista – erano partite nell’aprile 2019 sia dalla Capitaneria di Porto di Portoferraio che da pescatori e subacquei dell’Elba e di Giannutri. Ma già l’anno prima un’indagine del Settore Mare di ARPAT aveva riscontrato un’alta percentuale di nacchere morte nei fondali di Giannutri. E dunque, ne deduce il Cigno Verde, l’azione del protozoo killer in queste acque era già iniziata nel 2017. Ciò nonostante da allora nessun intervento è stato messo in programma, nessuna task force attivata, come hanno fatto invece i gestori dell’Area Marina Protetta di Miramare (Trieste) che hanno coinvolto da tempo Università, Ispra e Regione.

«Eppure – ribadisce Emanuele Zendri, responsabile di Legambiente Arcipelago Toscano per Giannutri – anche l’IUCN (International Union for Conservation of Nature) ha inserito la Pinna nobilis nella Lista Rossa delle specie in pericolo di estinzione. E nella mappa di distribuzione dell’epidemia realizzata dall’IUCN-Med mancano i dati relativi all’Arcipelago Toscano, probabilmente perché non sono arrivate informazioni».

La Pinna nobilis è importantissima per la salute del mare perché contribuisce anche a ripulire l’acqua filtrando le particelle organiche. E neL ricordare che Giannutri aspetta dal 1982 che venga istituita l’area marina protetta “sarebbe urgente – conclude Zendri – che tutte le istituzioni interessate, a cominciare da ministero dell’Ambiente, segretariato Pelagos e Regione, si dessero una mossa prima che il più grande bivalve del Mediterraneo scompaia per sempre dalle acque dell’Arcipelago e del mare toscano”.