Sono le opere del museo sottomarino ‘La Casa dei Pesci’: grandi sculture che ostacolano la pesca a strascico illegale. Tutto nasce dal sogno di un pescatore ambientalista.
di Iacopo Ricci
TALAMONE (Gr) – Nel mare della Maremma dei giganti di marmo proteggono i pesci: sono le opere del museo sottomarino “La Casa dei Pesci”. Con la loro presenza ostacolano la pesca a strascico, una pratica illegale che distrugge l’ecosistema marino.
Il museo si trova a Talamone, in provincia di Grosseto. A idearlo è stato Paolo Fanciulli, pescatore e ambientalista maremmano, che da oltre 30 anni si batte per una pesca più sostenibile. ‘La Casa dei Pesci’ è la realizzazione del suo sogno: quello di creare uno spazio di sostenibilità tra natura e pesca, tra bellezza naturale e arte, tra protezione del mare e fruibilità. Come? Il primo atto è impedire la pesca illegale posizionando in mare dei dissuasori che distruggono le reti e diventano casa per la flora e la fauna marina, ma allo stesso tempo sono vere e proprie opere d’arte. Per invitare tutti a “guardare nel mare”.
La pesca a strascico: illegale e distruttiva
La pesca a strascico, illegale entro le tre miglia dalla costa, è una tecnica molto remunerativa ma altrettanto rovinosa. Le reti, zavorrate con pesanti catene, pescano direttamente sul fondale dove i pesci mangiano e si riproducono distruggendo però le praterie di Posidonia, un’alga fondamentale per l’ecosistema marino. Quando un peschereccio impiega questa tecnica lascia le sue cicatrici sul fondale per anni.
Nel 2006 la Provincia di Grosseto decide di impiantare dei blocchi di cemento armato sul fondo del mare per impedire lo strascico delle reti. Negli anni i blocchi si sono ricoperti di vegetazione e hanno creato un parco naturale. Ma i soldi finiscono prima che l’opera di protezione sia terminata. A questo punto Paolo comincia un’opera di sensibilizzazione per raccogliere i fondi necessari a completare il progetto. Gli torna in mente un’idea che aveva da anni: creare un museo sottomarino, “La Casa dei Pesci”: Non semplici barriere di cemento, come quelle già posate nel 2006, ma blocchi di marmo scolpiti da artisti di fama internazionale, vere e proprie opere d’arte in difesa del mare.
Una gara di solidarietà
Insieme al consorzio Consorzio Piccola Pesca Monte Argentario Paolo coinvolge le associazioni ambientaliste, scultori, galleristi mentre il signor Barattini, il gestore delle cave Michelangelo di Massa Carrara, che gli dona oltre 100 blocchi di marmo pregiato destinati a essere scolpiti e messi parte in mare e parte sulla terraferma. Con lo scopo di creare allo stesso tempo un blocco per la pesca illegale, un habitat per i pesci e un’attrazione turistica per tutta la Maremma.
La ‘Casa dei Pesci’ è stata inaugurata nel 2015 ed è il primo museo d’arte sottomarino in Italia. In mare sono già stati posizionati 39 blocchi di marmo, tra grezzi e scolpiti da artisti italiani e stranieri. L’obiettivo finale è arrivare a 100.
Al progetto di Paolo Fanciulli hanno aderito molti enti ma si regge in gran parte sulla solidarietà. Gli artisti lavorano gratuitamente, i blocchi di marmo, come abbiamo visto, sono stati regalati dalla cava Michelangelo di Carrara mentre sul sito dell’associazione (www.casadeipesci.it) si possono finanziare le opere. I soldi raccolti servono a sostenere i costi della messa in mare.
E così, grazie all’incontro tra il sogno di un pescatore ambientalista e l’adesione entusiasta di associazioni, enti pubblici, artisti, imprese e cittadini è stato possibile creare un’area in cui la pesca illegale è più difficile, la Posidonia è tornata a fiorire e il mare si è ripopolato di pesci.
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