Saranno coltivati con il metodo biologico e biodinamico privilegiando semi locali. A meno di un mese dall’apertura della call sono già 150 le candidature.
Redazione
9 ottobre 2024
FIRENZE – A Firenze nascono i primi cinque orti urbani di comunità: aree all’interno di spazi e giardini pubblici, una per ciascun quartiere, dove i cittadini potranno sperimentare la coltivazione condivisa. In due ci saranno anche dei frutteti.
F’Orti – questo il nome del progetto – è il primo esperimento del genere in città e gli orti urbani saranno affidati a gruppi di cittadini, associazioni e realtà di quartiere per una gestione comunitaria, con l’obiettivo di creare dei luoghi di educazione ambientale, condivisione e socialità nei diversi quartieri, rigenerando gli spazi verdi secondo i principi dell’agro-ecologia.
F’Orti è promosso dall’assessorato all’Ambiente del Comune di Firenze con il sostegno della Fondazione CR Firenze e il supporto di Rete Semi Rurali e Società Toscana di Orticultura che sono i soggetti attuatori.
Sabato scorso al tepidario Roster del Giardino dell’Orticoltura è stato fatto il punto sul progetto, presentato con 5 incontri nei 5 quartieri di Firenze. Sono stati 150 i candidati raccolti in meno di un mese di apertura della call poi ammessi al programma di costituzione di una comunità intorno agli orti. Si sono svolti anche incontri mirati con le associazioni per capire chi di esse potesse fungere da soggetto capofila.
Le aree individuate sono una per ogni per quartiere: il parco della Villa di Rusciano, il chiostro della biblioteca Thouar, il giardino del Malcantone, il giardino del Lippi, il giardino Canova Fedi e il giardino del Gozzini, proprio davanti al carcere di Sollicciano, dove anche i detenuti saranno protagonisti del progetto. Qui infatti l’orto verrà gestito come luogo di incontro tra chi sta dentro il carcere e chi sta fuori, così da provare a ricostruire relazioni e avvicinare due mondi divisi.
In totale si tratta di oltre 1100 metri quadrati messi a disposizione per la coltivazione – tra orti in cassone e a terra – e di più di 60 alberi da frutto. Il progetto prevede una durata iniziale di tre anni. Le aree, che saranno coltivate in modo condiviso, potranno essere trattate solo con agricoltura biologica e biodinamica, privilegiando semi locali e tradizionali.
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