Considerata il ‘maiale vegetale’ perché non se ne butta via niente è utilissima in molti ambiti, dal tessile all’edilizia, dall’igiene all’alimentazione. E’ arrivato il momento di riscoprirla.
GROSSETO – In un recente convegno presso il Museo di Storia Naturale della Maremma, organizzato dalla designer di abbigliamento Irene Silvestri in collaborazione con la Cia Grosseto, sono state presentate le tante opportunità offerte dalla coltivazione della canapa e dal suo uso nei diversi ambiti, dal tessile all’edilizia, dalla produzione di bioplastica fino all’igiene della persona e all’impiego in erboristeria per la cura di alcune malattie.
Negli anni Quaranta l’Italia era il secondo paese al mondo produttore di canapa dopo la Russia. Successivamente la coltura venne abbandonata: troppo faticosa e poco redditizia. Oggi la speranza è di riattivare i cicli di coltivazione con un approccio preferibilmente biologico. La canapa può rappresentare, ad esempio, una fonte importante di risparmio energetico nell’edilizia perché lavorata in pannelli è un ottimo isolante; e negli intonaci, mescolata alla calce, favorisce la traspirazione delle superfici, è antimuffa ed ecologica.
“Il progetto – ha spiegato Irene Silvestri– potrebbe rivitalizzare settori produttivi tradizionali come agricoltura e abbigliamento, ma è la sostenibilità il cuore dell’operazione, perché la canapa sativa è una coltivazione ecologica, che non richiede diserbanti o antiparassitari, con ridotte necessità di irrigazione. Per il distretto territoriale maremmano bisognerebbe prevedere che tutte le varie fasi di lavorazione successive alla raccolta venissero attuate con mezzi sostenibili”.
“La prossima sfida – spiegano i rappresentanti della Cia – è quella di far conoscere meglio le opportunità che offre questa coltura anche in ambito alimentare: in particolare, l’olio di semi di canapa ha importanti proprietà salutari, ma le stesse farine, miscelate con grani antichi italiani, danno vita a prodotti di primissima qualità. Un altro aspetto decisamente importante è il fatto che la canapa è considerata il ‘maiale vegetale’, nel senso che di questa pianta non si butta via niente e questo apre prospettive importanti”.
Fonte: Cia Toscana
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