Mobilità

Muoversi in treno, una Toscana virtuosa ma con alcuni disagi

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Il rapporto annuale Pendolaria di Legambiente racconta numeri e storie, buone pratiche e denunce anche da parte dei comitati di pendolari in Toscana.

 

E’ una Toscana che viaggia in treno a due velocità. Da un lato troviamo una regione virtuosa rispetto alle altre, con una certa continuità negli stanziamenti, innovazione del servizio e aumento quantitativo dell’offerta di linee. Dall’altro, permane il disagio per l’incuria di alcune stazioni abbandonate o per i cantieri infiniti nel nodo Alta Velocità di Firenze.

A raccontare quanto succede alle ferrovie italiane è Pendolaria 2019 di Legambiente, il rapporto annuale sul trasporto pubblico in Italia. Pendolaria dal 2008 racconta numeri e storie, buone pratiche e denunce da parte dei comitati pendolari che vengono raccolte durante l’anno e sono consultabili sul sito di Pendolaria.

L’offerta è aumentata soprattutto nella fascia alta, quella delle tratte ad Alta Velocità. Basti pensare che tra Firenze e Bologna l’offerta di treni, per quantità e velocità, non ha paragoni in Europa. È di fatto in servizio una vera e propria metropolitana HD, con 164 treni che sfrecciano a 300 km/h nei due sensi di marcia ogni giorno (erano 162 lo scorso anno, 152 due anni fa, 142 tre anni fa ed erano solo 18 gli Eurostar nel 2002).

I flussi di pendolari su treno sono in costante aumento in tutto il territorio regionale, 240 mila al giorno, mentre il totale dei pendolari della sola area fiorentina secondo Istat ammonta a circa 182 mila. Interessante notare come tra le città in cui non sono presenti linee di metropolitana è Firenze a presentare i dati più alti superando i 108,2 milioni di passeggeri annui, dovuti anche al grande successo del nuovo sistema tramviario che ne conta da solo oltre 14 milioni al 2017 con una proiezione di oltre 20 milioni di utenti per il 2018 grazie all’apertura della seconda parte della linea T1 (verso Careggi).

“La Toscana sta facendo bene e a nostro avviso deve fare sempre meglio – dichiara Fausto Ferruzza, presidente di Legambiente Toscana – perché è proprio dalla bontà del servizio ferroviario regionale che moltissimi lavoratori traggono la piena percezione di una qualità della vita dignitosa e accettabile”.

E’ alle Regioni che spetta il compito di garantire la qualità del trasporto ferroviario locale perché sono loro a definire il Contratto di Servizio con i gestori dei treni e a individuare i capitoli di spesa nel proprio bilancio per aggiungere risorse a quelle statali per potenziare il servizio (ossia più treni in circolazione) e per il materiale rotabile (treni nuovi e riqualificati). La Toscana è indubbiamente tra le regioni migliori in questo senso. Lo stanziamento per il servizio ferroviario è stato di 44,6 mln con una percentuale sul bilancio regionale di 0,31%. In valore monetario, tra il 2009 e il 2018 sono stati investiti complessivamente oltre 493 mln di euro per il sistema ferroviario (di cui 458 solo per i servizi aggiuntivi).

Buone notizie per i pendolari anche per l’arrivo di treni nuovi. In Toscana, grazie agli investimenti fatti, sono già entrati in servizio 60 nuovi treni nel biennio 2016/2017 e grazie al rinnovo del contratto con Trenitalia (dal 2020 al 2035) gli investimenti per l’acquisto di nuovo materiale rotabile raggiungeranno 1,357 miliardi.
La maggior parte dell’investimento riguarderà l’acquisto e la messa in servizio di 100 nuovi treni, il 90% dei quali entrerà in servizio entro il 2024. I primi 7 nuovi treni Rock sono attesi nel 2020, gli altri 22 Rock, 30 treni ibridi e i 25 nuovi elettrici (di cui 6 treni a 200 km/h) entreranno invece in servizio tra il 2021 e il 2023, mentre gli altri 14 ibridi arriveranno nel 2030.
Invece c’è ancora da fare per quanto riguarda l’età media rotabile dei convogli in circolazione che è di 12,1 anni, mentre quelli con più di 15 anni sono il 12, 2% su 229 treni.

Fonte: Legambiente

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