E’ entrato nel vivo l’accordo tra Parco dell’Arcipelago Toscano, Lav e Wwf. Gli animali accolti al Crasm di Semproniano e in altre oasi protette.
di Iacopo Ricci
ISOLA DEL GIGLIO (Gr) – E’ entrato nella fase operativa l’accordo stipulato lo scorso novembre tra Parco nazionale dell’Arcipelago Toscano, LAV (Lega Antivivisezione) e WWF per evitare gli abbattimenti dei mufloni dell’Isola del Giglio (leggi qui l’articolo).
I primi animali, fanno sapere le sue associazioni, catturati e trasportati dall’Ente Parco, hanno trovato accoglienza presso il Centro di Recupero Fauna di Semproniano in Maremma e i rifugi individuati da LAV e WWF – dove saranno loro garantiti cure e protezione fino a fine vita naturale – e in altre strutture messe a disposizione dai Carabinieri Forestali.
Ripercorriamo la storia. Il progetto Life “LetsGo Giglio”, finanziato dall’Unione Europea, prevede l’eradicazione delle specie aliene, sia vegetali che animali. Tra le altre cose era contemplato l’abbattimento dei mufloni che vivono da decenni all’isola del Giglio, introdotti per fini venatori ed estranei all’ambiente naturale protetto. Si parla di alcune decine di animali, fra i 40 e gli 80.
Questo ha suscitato un forte movimento di protesta da parte di singoli cittadini e associazioni e la questione era diventata un caso nazionale. A quel punto la dirigenza del Parco ha deciso di convocare un tavolo di confronto con LAV e WWF per individuare possibili alternative all’uccisione degli animali.
Lo scorso 30 novembre è stato trovato un accordo: il Parco dell’Arcipelago Toscano ha deciso di sospendere gli abbattimenti del muflone e intensificare le catture, per le quali le associazioni firmatarie si sono impegnate a collaborare anche con propri volontari. Parco, LAV e WWF si sono impegnati anche a trovare le collocazioni migliori per gli animali. E così è avvenuto.
“Il tema del controllo delle specie individuate come aliene comporta visioni e sensibilità diverse – dichiarano LAV e WWF – In questo caso, grazie anche alla disponibilità del Parco e alle norme che prevedono l’opportunità di prendere in considerazione metodi non letali nel caso di eradicazioni per fini di conservazione, abbiamo accettato di farci carico del mantenimento degli animali catturati e traslocati a cura del parco presso nostre strutture selezionate o messe a disposizione da altre associazioni e dai Carabinieri Forestali per garantirne la sopravvivenza nelle migliori condizioni possibili. Una buona pratica che dimostra come è possibile trovare dei punti di mediazione pur partendo da impostazioni diverse“.
Le operazioni di cattura e trasferimento continueranno anche nelle prossime settimane, fanno sapere le associazioni, in modo che gli animali abbiano il tempo necessario per adattarsi alla nuova situazione prima della prossima primavera.
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