L’assessore Federica Fratoni: “In mare DDT e PCB che possono avere effetto immunosoppressore. Italia unico Paese europeo a non aver ancora sottoscritto Convenzione di Stoccolma del 2001″.
Adesso quella del morbillo non è più solo un’ipotesi ma una certezza. E’ stata trasmessa alla Regione Toscana la relazione circa le analisi fisiche, batteriologiche ed ecotossicologiche sulle carcasse di delfino trovate lungo le coste toscane. Il referto, sottoscritto dai tecnici del Dipartimento di scienze fisiche terra e ambiente dell’Università di Siena, dell’Istituto zooprofilattico sperimentale e di Arpat, conferma il virus CeMV, il Morbillivirus dei cetacei, come causa del picco di decessi di quest’estate.
“La nota dei tre istituti evidenzia livelli elevati di DDTs e PCBs – spiega l’assessore regionale all’Ambiente Federica Fratoni – policlorobifenili organoclorurati di vecchia generazione impiegati anche come insetticidi e ancora presenti nel mar Mediterraneo. Questi prodotti possono avere un effetto immunosoppressore e dunque possono aver contribuito al diffondersi della malattia e ai suoi effetti. Per questo faccio un appello al Governo perchè finalmente l’Italia aderisca alla Convenzione di Stoccolma del 2001, che mette al bando gli inquinanti organici persistenti. Il nostro è l’unico Paese europeo a non aver ancora sottoscritto quel patto di civiltà ed è giunto il momento di rimediare a questo errore”.
Il para-diclorodifeniltricloroetano o DDT è altamente tossico per le forme di vita acquatiche, inclusi i gamberi d’acqua dolce e di mare e molte altre specie di pesci. Inoltre si accumula nei pesci producendo danni a lungo termine.
I policlorobifenili, noti spesso con la sigla PCB, entrano soprattutto nei sistemi acquosi, penetrano nel corpo degli animali ed essendo liposolubili passano e si accumulano nei tessuti adiposi, nel fegato e nei tessuti nervosi. La tossicità diretta non è quella più pericolosa, in quanto per uccidere un topo occorrono circa 5 grammi di PCB per ogni chilo corporeo, è invece la somministrazione prolungata e quindi l’accumulo che porta alla morte.
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