La gestiscono i volontari della onlus Semia guidati da Donatella Gelli, veterinaria che alla cura e al benessere degli animali ha consacrato la vita.
di Iacopo Ricci
MONTESPERTOLI (Fi) – Ci sono Fiordaliso la capretta, Aldebaran la volpe, Leonida il cervo e tanti altri. Non siamo in un’allegra fattoria ma a Montespertoli dove volpi, cinghiali, caprioli, volatili, ricci, cervi e cerbiatti vengono curati e riabilitati all’interno di un centro per la fauna selvatica grazie al lavoro dell’associazione di volontari Semia (www.semiaonlus.org).
La struttura è nata dalla volontà e dalla passione di Donatella Gelli, medico veterinario, che lo gestisce con passione instancabile insieme a una squadra di volontari.
Gli animali che arrivano a Semia hanno bisogno di cure e di ritrovare la forza per rialzarsi e continuare a vivere. Alcuni sono stati trovati feriti o malandati, altri hanno avuto un incidente. Tutti trovano cure, amore, rispetto e un luogo dove stare in libertà in attesa di tornare in natura.
Il centro opera dal 2014 per la ASL Toscana Centro con un cofinanziamento della Regione. Dal 2015 è iniziato un percorso con il Comune di Montespertoli per renderlo più accogliente e dotarlo di nuove strutture in quanto il servizio, attivo 24 ore su 24 con veterinario offerto da Semia, copre il soccorso per tutto il territorio della Città Metropolitana di Firenze.
Entusiasta del lavoro straordinario che si fa qui la vicepresidente della Regione Toscana Stefania Saccardi, in visita qualche giorno fa: “Credo che avere un luogo come questo, e averlo mettendo insieme il mondo del volontariato, le istituzioni e anche l’azienda sanitaria sia un segno di civiltà”.
Mandare avanti la struttura non è facile: l’attività si sostiene con un cofinanziamento personale del 50% e il resto in risorse pubbliche e donazioni. Ma questo non ha mai fermato la passione e l’amore di tutti gli amici di Semia.
Gli ingressi avvengono tramite la ASL Toscana Centro. Semia è un centro di riabilitazione dove l’animale segue un percorso che lo riporterà alla sua vita libera. Le modalità della liberazione sono diverse a seconda della specie. Alcuni animali vengono affidati ai Carabinieri Forestali, altri considerati in esubero, come gli ungulati, sono trasferiti secondo un protocollo preciso in parchi protetti dove possono vivere serenamente senza impattare sul territorio. Solo i piccoli uccelli vengono liberati direttamente dall’associazione.
In questo periodo il centro ha in carico oltre 400 esemplari, di cui moltissimi sono caprioli. Un lavoro incessante dunque, soprattutto in questo periodo dell’anno.
Tra gli scopi poi c’è anche quello di collaborare con il mondo della ricerca e offrire possibilità di tirocinio agli studenti delle discipline scientifiche.
“Per ora stiamo svolgendo un servizio – spiega Donatella Gelli – ma il fine di questa struttura sarà anche didattico per avvicinare le persone alla realtà selvatica, ancora molto distante dalla cultura media. Devo dire però che è aumentata la sensibilità, spesso ci commuoviamo per come i cittadini sono coinvolti nel soccorso dell’animale”.
Aggiungi un commento