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Montagne toscane da difendere, nasce un coordinamento di comitati

Foto dal Coordinamento dei Comitati Territoriali delle Cinque Montagne
Foto dal Coordinamento dei Comitati Territoriali delle Cinque Montagne

Sabato 28 settembre il Coordinamento dei Comitati Territoriali delle Cinque Montagne ha manifestato in piazza Duomo davanti alla sede della Regione.

 

Redazione
11 ottobre 2024

FIRENZE – Apuane Libere, Comitato Tutela Crinale Mugellano, Comitato Val di Lima e Val Fegana, Custodi degli Alberi e del Suolo, Movimento Pratomagno Senza Asfalto sono alcuni dei gruppi che, riunitisi sotto la sigla di Coordinamento dei Comitati Territoriali delle Cinque Montagne, sabato 28 settembre hanno tenuto una manifestazione a difesa delle montagne toscane sotto la sede della Regione in piazza Duomo. Gli interventi hanno ribadito che le montagne non sono siti industriali ma ecosistemi naturali da tutelare e preservare con la massima cura: “Troppo spesso non siamo in presenza di rinnovabile green e pulito ma siamo di fronte a progetti  speculativi che mirano al profitto, creando il danno di territori e comunità, con un costo per la collettività inaccettabile”.

Secondo gli organizzatori della manifestazione bisogna smettere di divorare e massacrare montagne come le Alpi Apuane, consumare suolo, abbattere foreste integre non frammentate, annientare habitat di specie protette, inquinare, deviare, compromettere reti idrografiche e torrenti di acque pure.

Nelle Alpi Apuane l’industria estrattivistica, con il benestare delle istituzioni regionali e locali e con i profondi appetiti anche della criminalità organizzata, spolpa da decenni le montagne per ricavare per lo più ormai polvere di carbonato di calcio, utilizzata addirittura per fare dentifrici – denunciano i comitati – mentre sull’Appennino mugellano viene dato il via libera a un progetto di installazione di sette mega pale eoliche di 170 metri, a ridosso del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi. Sulla Montagna pistoiese l’industria sciistica, in una terra senza neve, ottiene soldi pubblici per estendere e rinnovare gli impianti di risalita, tra Doganaccia e Corno alle Scale. Sul Pratomagno, nella prospettiva di nuovi ristoranti, nuove strutture alberghiere, nuovo e ulteriore turismo del consumo, vorrebbero asfaltare una strada bianca che affianca e attraversa un sito protetto Natura 2000, casa di rarissime specie animali e vegetali, per un’estensione di 12 chilometri ad un’altitudine che supera i 1500 metri. Nella Valle del Serchio, in un’area contigua alla Riserva dell’Orrido di Botri, hanno distrutto e distruggono sentieri antichi e boschi vetusti per aprire nuove vie al taglio boschivo ed allo sfruttamento intensivo della montagna. Anche sull’Appennino di Barga, nei boschi di uso civico fra i 1300 e i 1600 metri di altitudine si continua il taglio di ettari e ettari di faggi, anche a raso. La Montagna incantata dell’Amiata si è aggiunta nel denunciare i problemi della geotermia ricadenti sulla salute del territorio e delle persone. La Montagnola senese ha esposto la situazione insostenibile di tagli boschivi massivi di cui è oggetto da troppo tempo”.

I comitati hanno voluto anche richiamare la Regione alle proprie responsabilità: Sono mancati l’ascolto da parte delle istituzioni, i reali processi partecipativi, con costi previsti per decine di milioni di euro sottratti al benessere della popolazione. E’ così che si vuole combattere lo spopolamento e la desertificazione dell’Appennino?”

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