Daranno man forte a Guardia di Finanza e Capitaneria di Porto nel pattugliamento del mare protetto. Attenzione speciale per Giannutri e Pianosa.
di Iacopo Ricci
19 Giugno 2022
ARCIPELAGO TOSCANO (Li, Gr) – Si annunciano tempi duri per i bracconieri che infestano il mare protetto dell’Arcipelago Toscano. A dare man forte a Guardia di Finanza e a Capitaneria di Porto quest’anno ci sono anche le navi di Sea Shepherd, l’organizzazione internazionale la cui missione è quella di fermare la distruzione dell’habitat naturale e il massacro delle specie selvatiche negli oceani del mondo intero.
Alcuni giorni fa a bordo della M/Y Conrad è stato ufficializzato il protocollo d’intesa tra Sea Shepherd Italia e il Parco Nazionale Arcipelago Toscano. L’accordo sancisce il reciproco impegno di cooperazione per la tutela della biodiversità marina all’interno delle aree a mare tutelate dal Parco.
Le navi di Sea Shepherd stanno pattugliando le acque comprese nel Parco Nazionale già da alcune settimane. Il loro compito è individuare e segnalare immediatamente a Guardia di Finanza e Capitaneria di Porto le attività di pesca illegale. La tempestività è fondamentale per cogliere i bracconieri con le mani nel sacco. “La presenza delle imbarcazioni di Sea Shepherd – spiega una nota del Parco – riconoscibili attraverso l’effige “Jolly Roger”, fungerà da deterrente verso ogni ingresso non autorizzato, soprattutto con riferimento alle zone 1 delle aree di protezione a mare”.
Nell’accordo tra Sea Shepherd e l’Ente Parco è stato concordato di concentrare l’attenzione nelle acque protette delle isole di Giannutri e Pianosa, dove è stata segnalata spesso la presenza dei pirati del mare.
“Colpire la pesca illegale in modo sempre più efficace è necessario – sottolinea Andrea Morello, presidente Sea Shepherd Italia – visto che la ricchezza del patrimonio naturale ospitato dal Parco è minacciata quotidianamente dal bracconaggio.”
Sea Shepherd quest’anno ha deciso di indirizzare una parte dei propri sforzi verso un obiettivo specifico legato ai recenti avvistamenti di rari esemplari di Foca Monaca nelle acque italiane. “Una tutela senza compromessi dell’Arcipelago Toscano potrà ricreare quell’ambiente idoneo al ritorno della Foca Monaca nell’arcipelago, suo habitat storico fino al secolo scorso” aggiunge Morello.
E chissà che proprio quest’estate la foca monaca non decida di tornare a visitare la grotta che porta il suo nome nella costa occidentale dell’isola di Capraia, come ha fatto nel 2020 dopo sessant’anni.
Attenzione in particolare alla pesca a strascico sotto costa, che rovina il fondale e le praterie di Posidonia. Di notte si sente i motori delle barche che praticano questa frode; e’ un suono particolare che i pescatori in buona fede riconoscono. Paolo il Pescatore (Orbetella) puo’ raccontare tante cose. Sa anche chi sono e da dove operano.