Opinioni

Migliaia di pesci a galla vicino al porto di Piombino, moria o scarti dei pescatori?

Foto fornita da turisti.
Foto fornita da turisti.

Venerdì 9 agosto accanto al rigassificatore e vicino al porto sono state avvistate migliaia di boghe morte. Qualcuno ha analizzato quel pesce?

 

di Cecilia Sandroni, giornalista di Italiens Pr
13 agosto 2024

PIOMBINO (Li) – Venerdì 9 agosto una barca di turisti ha avvistato accanto al rigassificatore e in prossimità del porto di Piombino una moria di migliaia di pesci, in particolare boghe o “occhio di bue”, un pesce marino appartenente alla famiglia degli Sparidae, come lo sono il sarago e il dentice. È un pesce piccolo, normalmente sui 20 cm, la cui età massima raggiungibile è di 15 anni. Molto magro e appetitoso, fornisce proteine nobili, deve essere consumato freschissimo e contiene grassi Omega 3 e bassi livelli di colesterolo. La boga ha una caratteristica assai curiosa: è ermafrodita. Tutte le boghe nascono femmine e invecchiando si trasformano in maschi.

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La testimonianza corredata da foto mi è giunta solo ieri sera. La prima domanda è stata: qualcuno ha avvertito le autorità di questa moria? Le boghe sono state analizzate? Poi, a domanda postata su social alla comunità locale, un pescatore di lungo corso, Francesco Pampana, ha riportato un’ipotesi plausibile: “Al 99% si tratta di boghe scartate dalle zaccarene, le reti che vengono usate solitamente, e che non avendo più mercato vengono rigettate in mare prima del rientro dal porto ma si tratta comunque di un un pesce ottimo alla griglia”.

Cabiria, figlia di un altro pescatore, Ruggero Pallotta, spiega: “Con i pesci poveri mia madre ci faceva la minestrina ed era buonissima, proporrei dunque di sentire la Caritas per donare il pesce eventualmente scartato ai poveri”. Resta aperta però la domanda: è stato analizzato questo pesce? Per altri testimoni oculari le cause potrebbero essere la varechina fuoriuscita dal rigassificatore o la temperatura dell’acqua. Siamo certi di aver compreso le ragioni di questa moria di massa? Per ora l’ unica cosa certa sono il giorno e il luogo dell’avvistamento.

Ricordiamoci però che da quanto si evince dalla nota n.30338 del 30 maggio 2024 di Ispra il rigassificatore, in parole povere, ha inquinato più del previsto e che per funzionare introduce in ambiente ipoclorito di sodio e disperde metano e formaldeide, quest’ultima inserita fin dal 2004 dallo Iarc (l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro) nel gruppo “cancerogeni certi”.

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