Attenzione agli acquisti per evitare di portare in tavola prodotti provenienti dall’estero, spesso di bassa qualità. Tre colture su quattro dipendono dal lavoro di impollinazione del miracoloso insetto.
Cresce nel carrello della spesa degli Italiani l’acquisto di miele con un bel 5,1% in più (dati riferiti al 2017), spinto dalla svolta salutistica nei comportamenti alimentari. E’ quanto emerge da un’analisi della Coldiretti su dati Ismea divulgata in occasione della Giornata Mondiale delle Api, istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite (ONU) per riconoscere il ruolo insostituibile svolto da questo insetto. In media una singola ape – precisa la Coldiretti – visita circa 7.000 fiori al giorno e ci vogliono quattro milioni di visite floreali per produrre un chilogrammo di miele. 3 colture alimentari su 4 dipendono per resa e qualità dall’impollinazione del miracoloso insetto, tra queste mele, pere,fragole, ciliegie, cocomeri e meloni.
Esistono più di 50 varietà di miele a seconda del tipo di “pascolo” delle api: dal miele di acacia al millefiori (tra i più diffusi), da quello di arancia a quello di castagno (più scuro e amarognolo), dal miele di tiglio a quello di melata, fino ai mieli da piante aromatiche come la lavanda, il timo e il rosmarino.
Quest’anno occorre fare particolare attenzione negli acquisti perché – avverte Coldiretti – gli sbalzi termici con l’improvviso ritorno di pioggia e freddo hanno stressato le api che sono restate negli alveari e hanno dimezzato la produzione di miele di inizio stagione. Gli effetti di questa strana primavera aggravano il già pesante deficit registrato nel 2017 quando il miele Made in Italy non ha superato i 10 milioni di chili, uno dei risultati peggiori nella storia dell’apicoltura moderna.
“Per evitare di portare in tavola prodotti provenienti dall’estero, spesso di bassa qualità – consiglia Antonio De Concilio, direttore di Coldiretti Toscana – occorre verificare con attenzione l’origine in etichetta oppure rivolgersi direttamente ai produttori nelle aziende agricole, negli agriturismi o nei mercati di Campagna Amica. La confezione di miele raccolto interamente in Italia deve riportare obbligatoriamente la scritta “Italia”. Solo così possiamo essere sicuri”.
Nelle campagne toscane si producono in media 23mila quintali di miele, circa il 10% della produzione nazionale, per un valore di 16milioni di euro. Gli apicoltori sono circa 4.700 e una buona parte sono veri e propri imprenditori agricoli. L’anagrafe regionale ad oggi censisce oltre 98.000 arnie.
Fonte: Coldiretti Toscana
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