La limitazione ai prodotti locali non garantirebbe la libera concorrenza. Stefania Saccardi: “Convinti della legge, lavoreremo per migliorarla”.
di Iacopo Ricci
Con una sentenza pubblicata ieri la Corte Costituzionale ha bocciato la legge della Regione Toscana sui prodotti a Km 0 nelle mense scolastiche. Per la precisione la Consulta ha dichiarato l’illegittimità costituzionale degli artt. 2, 3 e 4 della legge 10 dicembre 2019 n. 75 (Norme per incentivare l’introduzione dei prodotti a chilometro zero provenienti da filiera corta nelle mense scolastiche).
La norma in questione promuove il consumo di prodotti locali nelle mense di tutte le scuole, dagli asili nido agli istituti superiori ed era stata approvata all’unanimità dal Consiglio Regionale (leggi qui l’articolo). Si voleva garantire l’accesso a cibo di qualità del territorio, possibilmente biologico, sostenendo allo stesso tempo i tanti piccoli produttori della Regione attraverso un sicuro sbocco commerciale. Per farlo il Consiglio Regionale aveva deciso che le stazioni appaltanti avrebbero dovuto chiedere ai fornitori almeno il 50% di prodotti provenienti dalla filiera corta.
Senonché la Presidenza del Consiglio dei Ministri qualche mese fa ha pensato bene di fare ricorso contro questa scelta, adducendo che la limitazione ai prodotti di filiera non avrebbe garantito il libero mercato e la concorrenza delle altre aziende italiane ed europee.
Ubi maior minor cessat. E dunque la Corte Costituzionale nella sentenza di ieri spiega che, pur riconoscendo il valore della scelta della Regione Toscana e la crescente importanza che, anche a livello europeo, sta assumendo la valorizzazione dei prodotti di filiera a Km zero, il ricorso della Presidenza del Consiglio dei Ministri dev’essere accolto.
“Come sempre accettiamo e rispettiamo le valutazioni della Consulta ma rimaniamo convinti della bontà della nostra iniziativa – è il commento a caldo di Stefania Saccardi, vice presidente e assessore all’Agricoltura della Regione Toscana – Penso che la nostra legge fosse una norma di buon senso, pionieristica e di grande valore. Per questo motivo non ci arrenderemo e proveremo a ripresentare, seppur tenendo conto delle indicazioni della Corte, una nuova proposta di legge in Consiglio Regionale. Portare avanti la politica della qualità, soprattutto quando si parla delle mense dei bambini, dove il cibo diventa cultura e conoscenza del proprio territorio, è un dovere”.
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