Nella capitale francese un referendum ha approvato 500 nuove vie pedonali e l’eliminazione di 10.000 parcheggi auto. Proviamo ad analizzare costi e benefici.
di Sandro Angiolini
30 marzo 2025
La notizia che vado a commentare questa settimana si presta a numerose riflessioni, e su campi leggermente distinti.
Arriva dalla capitale francese, dove il 66% dei partecipanti a un referendum ha approvato la proposta dell’amministrazione comunale di estendere la zona pedonale già esistente ad altre 500 vie, eliminando così circa 10.000 parcheggi auto. Non sono numeri piccoli, quindi vale la pena analizzare alcune questioni:
– la prima che mi viene in mente riguarda le polemiche che in queste settimane e mesi ruotano attorno al mondo della produzione di autovetture. Molti criticano gli alti costi di quelle elettriche però poi si lamentano dell’arrivo di quelle cinesi che, a parità di qualità, costano meno; altri temono la crisi delle case produttrici europee proprio per via di queste ultime, o dei dazi che sta mettendo Trump, etc. Pochi però prestano attenzione al fatto che, ormai da una decina d’anni, assieme alla crescente percentuale di persone che vive nelle città si assiste a una diminuzione costante di acquisti da parte dei giovani, perlomeno nella maggior parte dei Paesi occidentali. Non ne hanno bisogno, o magari preferiscono spendere i 1.500-2.500 euro all’anno che di solito costa tenere un’auto in altre cose. Sarà questo il futuro dell’auto anche da noi?
– l’altra riflessione riguarda i costi e i benefici della recente scelta parigina. Con questa decisione il Comune intende piantare anche molti alberi, in modo che le vecchie strade diventino delle vere e proprie “vie verdi” e ogni cittadino ne possa trovare almeno una entro 300 metri da casa sua per godere della natura più vicina. Così si ottengono diversi benefici: la salute degli abitanti migliora (lo dicono numerosi studi scientifici), le emissioni nocive nell’atmosfera diminuiscono e il terreno è maggiormente in grado di assorbire eventuali precipitazioni estreme;
– una terza riflessione concerne invece i costi sociali dell’operazione. È chiaro che chi ha già un’auto non sarà contento (e l’articolo non chiarisce bene dove andranno a finire quelle già esistenti) ma secondo me occorre pensare anche che, prima di preoccuparsi di mantenere un’auto, una famiglia deve ragionare se può permettersela. Che percentuale, per esempio, esiste di edilizia popolare in affitto a prezzi calmierati in Italia? Appena il 4%, mentre in Germania supera il 10%. In un Paese dove la povertà colpisce milioni di persone significa condannarle a restare tali per un aspetto fondamentale.
– L’ultima considerazione è altrettanto importante: al referendum di Parigi ha partecipato solo il 4% degli aventi diritto. Non può essere colpa solo di scarsa informazione. Forse il sintomo di una generale disillusione/distacco dalle decisioni amministrative? Ma in casi come questo gli impatti sono evidenti sulla vita di tutti. Credo che sia materiale che debba far pensare chiunque abbia a cuore il futuro del nostro ambiente.
OLTRE LA SIEPE è una rubrica settimanale che parte da eventi/notizie relative all’ambiente e all’economia su scala nazionale o internazionale per riflettere su come queste possono impattare sulla scala locale e regionale toscana.
Sandro Angiolini – Figlio di mezzadri, è agronomo ed economista e ha conseguito un Master in Politiche Ambientali presso l’Università di Londra (Wye-Imperial College). Ha scritto numerosi articoli sui temi dello sviluppo rurale e sostenibile e tre libri sull’agriturismo in Toscana. Per 29 anni funzionario presso amministrazioni pubbliche, svolge attualmente attività di consulente economico-ambientale e per lo sviluppo rurale integrato, in Italia e all’estero, oltre a varie iniziative formative e di comunicazione. È fortemente impegnato nel settore del volontariato ambientale e culturale.
È di recente uscito il suo libro “Comunicare meglio-istruzioni per l’uso”, un manuale divulgativo sulle tecniche di comunicazione rivolto ai non addetti ai lavori.
Vedi a questo link.
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